"Campo di battaglia" di Gianni Amelio

"Campo di battaglia" di Gianni Amelio

In concorso

"Campo di battaglia" di Gianni Amelio

Il campo di battaglia è il cuore degli uomini

Liberamente tratto dal romanzo La sfida del medico-scrittore Carlo Patriarca (2020), il film di Gianni Amelio Campo di battaglia (2024) partecipa alla selezione ufficiale dell'81a Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia (proiezione il 31 agosto alle 19.00 Sala Grande). Dal 5 settembre al cinema.

Interpretato, tra gli altri, da Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti il film è ambientato tra le montagne del Friuli-Venezia Giulia sul finire della Grande Guerra. Due ufficiali medici amici d’infanzia, Stefano Zorzi (Alessandro Borghi) e Giulio Farradi (Gabriel Montesi), lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però sono impostori che si sono procurati da soli le ferite e che farebbero di tutto per non tornare a combattere.

Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, è a disagio alla vista del sangue, è più portato per la ricerca e avrebbe voluto diventare un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, fa la volontaria alla Croce Rossa: un duro lavoro che affronta con determinazione, consapevole che è il prezzo che sta pagando per il fatto di essere una donna. Laurearsi in medicina era infatti difficilissimo a quei tempi per una donna senza una famiglia influente alle spalle.

Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente. È possibile che qualcuno stia provocando di proposito complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, pur di non farli tornare al campo di battaglia.

Nell’ospedale c’è dunque un sabotatore, di cui Anna è la prima a sospettare. Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione civile...

A complicare ulteriormente le cose ci sarà la terribile pandemia influenzale del 1918-19 dell Spagnola la cui diffusione sarà favorita dal massiccio spostamento di truppe nel mondo e dalle pessime condizioni igieniche di trincee e accampamenti.
Quella di Amelio - già Leone d'oro a Venezia per Così ridevano (1998) e Leone d'argento per Lamerica (1994) - si preannuncia un'opera intensa, una lente d'ingrandimento sulla guerra di un secolo fa per guardare anche all'oggi, ai conflitti che ancora devastano il nostro presente, dall'Ucraina al Medio Oriente. Perché, citando il regista, "la guerra è una malattia da sradicare, ma dalle radici inafferrabili
Recenzione di Simone Granata
Nel video l'intervista di Alessandro Bignami a Gianni Amelio e Alessandro Borghi. Guarda anche la conferenza stampa del film e il Red Carpet di Mattia Carzaniga