"Lee Miller", la storia della grande fotografa americana è un film

Diretto da Ellen Kuras

La statunitense Ellen Kuras, regista e direttrice della fotografia, collaboratrice di Spike Lee e Michel Gondry, firma la regia di un film sulla vita di una delle più grandi fotografe del '900, Elisabeth Lee Miller (Poughkeepsie, 23 aprile 1907 - Chiddingly, 21 luglio 1977). Interpretato da Kate Winslet, qui anche nelle vesti di produttrice, il biopic sarà nelle sale cinematografiche italiane a partire da inizio gennaio 2025, distribuito da Vertice 360.



Ispirato all'opera Le molte vite di Lee Miller di Antony Penrose, figlio della Miller e di Sir Roland Penrose, nel cast del film, accanto a Kate Winslet, gli attori Alexander Skarsgård, Marion Cotillard, Andrea Riseborough, Josh O'Connor, Noémie Merlant, Andy Samberg.

Donna indipendente, determinata e libera, amica, musa e modella di artisti come Picasso e Man Ray, alla fine degli anni '30, Elizabeth “Lee” Miller lascia la sua cerchia di amici e la sua vita artistica in Francia e si trasferisce a Londra dopo essersi innamorata del pittore e mercante d'arte britannico Roland Penrose. I due iniziano una relazione appassionata, proprio mentre in Europa scoppia la guerra. Già fotografa riconosciuta, Lee ottiene un lavoro per British Vogue, ma rimane scioccata dalle restrizioni imposte alle fotografe donne.

Mentre il regime di Hitler conquista l'Europa, Lee è sempre più frustrata dal fatto che il suo lavoro sia limitato da regole patriarcali. Determinata ad essere presente dove c'è l'azione, è in prima linea nella Seconda Guerra Mondiale. L'obiettivo della sua macchina fotografica immortala la sofferenza delle vittime innocenti del regime hitleriano: è lei l'unica fotografa donna che documenterà la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald, denunciando con il suo lavoro la tragedia dell'olocausto.

Lee Miller svolse questo pericoloso lavoro a favore delle lettrici della rivista Vogue, alle quali la realtà della guerra era in gran parte tenuta nascosta, e nel processo produsse una serie indelebile di immagini che ancora oggi continuano a plasmare il nostro modo di vedere questi eventi