Il genio di Hitchcock in mostra a Genova

Ospite del Palazzo Ducale fino all'8 marzo 2020

Alfred Hitchcok nei film della Universal Pictures si intitola la mostra in corso al Palazzo Ducale di Genova, visitabile fino all'8 marzo 2020, dedicata ad uno dei più grandi maestri della storia del cinema. 

Hitchcock, come hanno detto i critici della nouvelle vague, è stato uno dei più grandi creatori di forme di tutto il Novecento. i suoi film, per quante volte li si riveda, sono ogni volta una sorpresa. Ogni volta aprono nuove prospettive attraverso cui osservare il mondo e guardare la vita
Gianni Canova, curatore della mostra

70 fotografie che ritraggono lui e i suoi attori sul set di film memorabili, prodotti dalla mayor americana, svelano al pubblico particolari curiosi sulla realizzazione di alcune scene celebri della sua filmografia e sulle tecniche innovative che caratterizzano il suo stile inconfondibile. In ogni sala il visitatore è guidato da approfondimenti video del curatore della mostra Gianni Canova.

La prima sezione della mostra è dedicata al rapporto che ha legato il regista alla città di Genova, con fotografie e filmati de Il labirinto delle passioni, film muto con cui Hitchcock ha esordito dietro la macchina da presa, girato in parte nel capoluogo ligure nel 1925. Le immagini ma anche la cronaca delle rocambolesche disavventure che accompagnarono quel suo primo ciak ufficiale. E poi l'analisi dei suoi capolavori più noti, a partire da Psyco (1960), una delle sue opere più controverse con cui ottenne l'effetto di far fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico. Cosa succedeva dietro le quinte del film ambientato nel metafisico Motel Bates? Come fu realizzata la celeberrima scena della doccia? La mostra lo svela per Psyco ma anche per Gli uccelli (1963), pellicola che richiese ben tre anni di preparazione a causa della complessità degli effetti speciali che il regista aveva immaginato. 

E ancora La Finestra sul cortile (1954), con James Stewart nei panni del fotoreporter ‘Jeff’ Jeffries che, costretto su una sedia a rotelle, per vincere la noia, spia giorno e notte i vicini di casa dalla sua finestra, fino a convincersi che in un appartamento si sia consumato un delitto. La donna che visse due volte (1958) tratto dal romanzo D’entre les morts (1954), di Thomas Narcejac e Pierre Boileau, girata nei luoghi culto della città di San Francisco. Una storia d’amore angosciante e tormentata tra l'avvocato e poliziotto John Ferguson (James Stewart) e Madeleine Elster/Judy Barton (Kim Novak) che fece esplodere i botteghini dei cinema. 

Fotografie e contenuti speciali anche di altre opere del Maestro: da Sabotatori (1942), a L’ombra del dubbio (1943); da Nodo alla gola (1948) a La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo (1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Frenzy (1972), per citarne solo alcuni.

Una sezione speciale della mostra è dedicata alla musica dei film di Hitchcock, tra cui quella firmata da Bernard Herrmann, compositore statunitense che ha scritto, tra le altre, le colonne sonore per La donna che visse due volte e Psyco, che furono parte integrante e fondamentale per la costruzione del senso di attesa hitchcockiano. 

Chiude idealmente l’esposizione il montaggio con le celebri e fugaci apparizioni di Hitchcock sulla scena. Nati come simpatiche gag, i cammei divennero col tempo una vera e propria superstizione. Il pubblico iniziò ad attenderli con impazienza e per evitare che lo spettatore si distraesse troppo durante il film, il regista decise di anticiparli ai primissimi minuti dell’inizio.