Aristotele e l'etica. L'amicizia
Piacere, interesse e bontà
Nel video il filosofo Pierre Aubenque (L'Isle-Jourdain, 23 luglio 1929 – Versailles, 23 febbraio 2020), parla del concetto di philía, amicizia, affrontato da Aristotele (Stagira, Grecia 384 a.c. – Eubea, Grecia 322 a.c.) nei libri VIII e IX dell`Etica Nicomachea .
L`amicizia, secondo il filosofo greco, non è necessariamente fondata sulla virtù, perché essa può fondarsi anche sul piacere o sull`interesse. Se il suo fine, nella forma più alta, è di volere il bene del suo oggetto, l`amicizia permette a tutti coloro che la praticano di concorrere con le loro azioni a un identico fine: tendere al bene comune.
Ci sono tre tipi di amicizia: amicizia basata sul piacere; amicizia basata sull'interesse; amicizia basata sulla bontà.
Aristotele
L'amicizia permette di volere, per ciascuno degli amici, il bene dell'altro. E' dunque il bene reciproco dei termini dell'amicizia l'obiettivo di questa specie di struttura comunitaria. Permette a coloro che sono impegnati in questa relazione di volere uno stesso fine, di cementare una sortà di fraternità e di solidarietà fondata su una cominutà di figli.
Non c'è amicizia salda senza fiducia: e non c'è fiducia senza far passare un certo tempo.
Aristotele