Giulio Goggi. «Implicazione aurea». Le fondazioni primarie dell'eternità dell'essente
Il discorso di Severino contro il senso comune
Giulio Goggi, intervistato in occasione del Congresso Internazionale All'alba dell'eternità. I primi 60 anni de La struttura originaria (Brescia 2-3 marzo 2018), mette in rilievo il carattere inaudito del discorso di Severino che nega l’evidenza fondamentale del senso comune, che afferma che le cose vengono dal nulla e al nulla ritornano, considerandola una follia, perché implica la persuasione che ci sia un tempo in cui un essente sia niente.
Severino mettendo in discussione questa certezza fondamentale della nostra civiltà, mette in discussione la nostra stessa civiltà. L’implicazione aurea è l’implicazione dell’eternità dell’essente da parte dell’essere sé dell’essente, una apparente tautologia, che implica invece l’eternità dell’essente.
La tesi di Severino, espressa nel capitolo VI del saggio Ritornare a Parmenide, è che l’opposizione universale del positivo e del negativo, ossia l’essere sé dell’essente, è la legge e il destino di ogni pensiero, perché la negazione dell’essere sé dell’essente è essa stessa un essente che si oppone a tutto ciò che è altro da sé e anche dal nulla. Quindi se neghiamo l’essere sé dell’essente neghiamo ciò che sta a fondamento del suo stesso dire, per cui l’essere sé dell’essente è il destino di ogni essente e di ogni pensiero.