I sofisti: Gorgia
Elogio della parola
Hans Georg Gadamer (1900-2002), filosofo tedesco, allievo di Heidegger e fondatore dell’ermeneutica contemporanea, Francesco Adorno (1921 – 2010), storico della filosofia, e Vittorio Hösle, docente dell`Università di Tubinga, delineano la figura di Gorgia (Lentini, circa 483 - circa 375 a. C.) all`interno della sofistica. I loro interventi sono preceduti da una biografia del filosofo.
Hösle introduce brevemente il Perì tou mè ontos (Del non ente), in cui Gorgia nega la tesi di Parmenide (Elea, VI - V sec. a.C.) sull`essere, sviluppando il trattato nelle tre proposizioni fondamentali: "nulla è", "se qualcosa fosse, non sarebbe conoscibile", "se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile", che mettono in gioco le tre fondamentali categorie dell`oggettività, della soggettività e dell`intersoggettività.
Ammesso, per assurdo, che l'essere fosse, sarebbe inconoscibile. Infatti, ciò che conosciamo è costituito dalla molteplicità delle rappresentazioni mentali che, in quanto tali, non sono la realtà, né ce ne danno una esatta comprensione. L'essere in se stesso rimane quindi irraggiungibile per il pensiero, che non può in alcun modo conoscerlo
Gorgia
Secondo Francesco Adorno, che commenta la lettura di un celebre passo dell`Elogio di Elena ("La parola è un potente signore..."), Gorgia è un grande tecnico della parola che, con l`esercizio dell`ironia, lavora al disincanto dell`epos.
La parola è un potente signore, che, con piccolissimo corpo e del tutto invisibile, divinissime cose sa compiere; riesce infatti e a calmar la paura, e a eliminare il dolore, e a suscitare la gioia, e ad aumentar la pietà
Gorgia
Per Gorgia, la paidia è paideia; lo scherzo, il giocare con le parole, è educativo tanto quanto l`educazione è un gioco.
Da Rai Teche, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, 1991