Massimo Carboni. Si può insegnare l'arte?
Dall'opera allo stile di vita
Massimo Carboni, intervistato al Festival della Filosofia di Modena del 2017 - Le forme del creare, affronta il tema della possibilità di insegnare l'arte.
L’insegnamento artistico non può che coincidere con un mostrare il come si fa, lasciando del tutto aperta e irrisolta la questione del modo in cui l’arte si costituisce in esercizio di vita. Un docente oggi deve avere la profonda consapevolezza della difficoltà, che arriva fino ad una certa impossibilità, di insegnare l’arte.
Oggi insegnare l’arte non può essere soltanto una trasmissione delle competenze tecniche, perché l’arte del Novecento non è solo la produzione di manufatti, ma è anche arte del comportamento, dell’atteggiamento di vita, di un’esemplarità vivente.
Marcel Duchamp, Joseph Beuys o per certi aspetti Yves Klein e Andy Warhol sono stati artisti che non hanno esaurito la propria opera in opere materiali ma anche in comportamenti e in mitologie individuali.
Certe volte si è creata un’aura di intoccabilità nei confronti della persona stessa dell’artista, si pensi a Piero Manzoni o a Duchamp che hanno battezzato banali oggetti come arte, decontestualizzati e defunzionalizzati e ricontestualizzati in uno spazio dove il pubblico si aspetta di trovare opere d’arte.
Se la parola scuola deriva dal greco skholḗ, che significa tempo libero, tempo dell'ozio, e se uno degli orientamenti più innovativi del Novecento è stato quello di considerare l’arte uno stile di vita, allora oggi l’insegnamento dell’arte non dovrà più riguardare soltanto l’estetica, ma soprattutto l’etica, ossia l’invenzione di se stessi, di percorsi creativi di vita.
Proprio l’esemplarità vivente è l’eredità che ci hanno lasciato i grandi filosofi ellenistici, che più che scrivere si comportavano filosoficamente. La filosofia dal cristianesimo in poi è diventata letteratura, una disciplina testuale che si tramanda per via letteraria, non più un esempio di vita.
Paradossalmente il testimone di una filosofia come pratica di vita è stato preso oggi dagli artisti più che dai filosofi accademici
Massimo Carboni insegna Estetica presso l’Università della Tuscia di Viterbo e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Storico e critico dell’arte e teorico dell’estetica, si è occupato di questioni filosofiche che intersecano la pluralità delle espressioni artistiche, lo statuto delle tecniche e la radice antropologica dell’espressione. Tra i suoi libri recenti: L’occhio e la pagina. Tra immagine e parola (Milano 2002); Lo stato dell’arte. L’esperienza estetica nell’èra della tecnica (con P. Montani, Roma-Bari 2005); La mosca di Dreyer. L’opera della contingenza nelle arti (Milano 2007); Di più di tutto. Figure dell’eccesso (Roma 2009); Le arti e la tecnica: gli scenari futuri, in Terzo Millennio(Enciclopedia Italiana Treccani, 2010).