Simona Argentieri. Chi ha paura dell`intelligenza artificiale?
Il cattivo uso delle tecnologie
Simona Argentieri, intervistata in occasione della XVII edizione dei Dialoghi di Trani 2018, parla del dialogo con il pubblico, che ha tenuto insieme a Giovanni Sebastiano e Gaetano Prisciantelli, il 21 settembre a Palazzo Valenzano, dal titolo Chi ha paura dell'intelligenza artificiale?
Bisogna distinguere due ambiti diversi, quello, del cyborg, ossia tutte le situazioni in cui c’è un commistione di umano e di macchina e che già fa parte della nostra vita quotidiana, si pensi a tutte le protesi che migliorano la nostra vita, e l’altro ambito che è quello degli automi dei robot e che appartiene a tutt’altro territorio. Questo secondo ambito suscita paura, ma anche fascino. Gli automi del XVIII secolo ma anche i giocattoli dei bambini che mostrano dei comportamenti che mimano quelli di un essere vivente.
Ciò che ci inquieta è la difficoltà di stabilire il confine tra umano e non umano e mentre in passato ci tranquillizzavamo dicendo che quello che ci distingueva dai robot era l’anima, oggi di anima non si parla quasi più, e allora cerchiamo la differenza tra umano e non umano nella capacità di provare emozioni.
Il vero punto è il cattivo uso che possiamo fare della tecnologie, l’abuso dei telefonini cellulari che hanno preso il posto di ciò che era per i bambini l’orsacchiotto. Tutta questa tecnologia che oggi ci viene offerta sembra permetterci una grande possibilità di comunicazione, ma invece tende a favorire la solitudine. Il problema non è tanto l’uso degli strumenti tecnologici quanto l’epoca della vita nella quale i bambini entrano in contatto con tutto questo. Non si tiene conto per esempio sufficientemente in considerazione il fatto che per i bambini piccoli l’approccio del sistema binario, dell’interazione con telefonini e computer, non è solo un’acquisizione di conoscenza, ma quel modo di apprendere condiziona il funzionamento della mente. Attraverso un certo modo di apprendere si creano delle modificazione della struttura celebrale stessa.
Simona Argentieri è medico psicoanalista. Membro Ordinario e Didatta dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell’International Psycho-Analitical Association. È impegnata nel campo della bioetica. Nell’ottobre 2008 le è stata conferita la Medaglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri per meriti scientifici e culturali.L’apprendimento dovrebbe avere una continua interazione tra gli aspetti intellettivi e quelli corporei. Per imparare attraverso una dimensione tradizionale entrano in gioco nel bambino tutti e cinque i sensi, mentre nell’apprendimento attraverso gli strumenti tecnologici non entra in gioco tutto l’aspetto spaziale del corpo.
Anche nella psicoanalisi stessa si stanno presentando questi problemi, per esempio con l’analisi a distanza, che suscita opinioni del tutto divergenti tra gli esperti.