Manlio Sgalambro. Agostino e l'eresia donatista
Un viaggio oltre il luogo comune
Manlio Sgalambro (Lentini, 9 dicembre 1924 - Catania, 6 marzo 2014), filosofo e poeta italiano, parla dell’eresia donatista, che fu combattuta da Agostino di Ippona
Manlio Sgalambro (Lentini, Catania 1924 - Catania, 2014). Intellettuale tra i più originali e indipendenti del panorama culturale italiano, fuori dei quadri accademici e libero dai condizionamenti del pensiero dominante. Dopo la pubblicazione, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, di brevi articoli su riviste di nicchia quali “Prisma”, “Incidenza” e “Tempo Presente”, esordisce tardivamente nella scrittura filosofica con il libro La morte del sole (1982) in cui sistematizza la sua precedente e copiosa produzione, dando voce a un nichilismo estremo – seppure non scevro di sfumature metafisiche – che lo avvicina a pensatori quali Nietzsche, Cioran e Karl Kraus.
La sua visione esistenziale, fatalista e quasi paradossale nella sua drasticità, e comunque sempre ancorata a una Sicilia che sembra sostanziarne il pensiero nel suo orizzonte di disperazione, si articola nei numerosi altri libri pubblicati negli anni successivi, tra i quali ricordiamo: Trattato dell’empietà (1987), Anatol (1990), Del pensare breve (1991), Dell’indifferenza in materia di società (1994), La consolazione (1995), Trattato dell’età (1999), De mundo pessimo (2004), La conoscenza del peggio (2007), Del delitto (2009), Della misantropia (2012), Variazioni e capricci morali (2013). L’ultimo è Dal ciclo della vita, pubblicato postumo nel giugno 2014.
Manlio Sgalambro (Lentini, Catania 1924 - Catania, 2014). Intellettuale tra i più originali e indipendenti del panorama culturale italiano, fuori dei quadri accademici e libero dai condizionamenti del pensiero dominante. Dopo la pubblicazione, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, di brevi articoli su riviste di nicchia quali “Prisma”, “Incidenza” e “Tempo Presente”, esordisce tardivamente nella scrittura filosofica con il libro La morte del sole (1982) in cui sistematizza la sua precedente e copiosa produzione, dando voce a un nichilismo estremo – seppure non scevro di sfumature metafisiche – che lo avvicina a pensatori quali Nietzsche, Cioran e Karl Kraus.
La sua visione esistenziale, fatalista e quasi paradossale nella sua drasticità, e comunque sempre ancorata a una Sicilia che sembra sostanziarne il pensiero nel suo orizzonte di disperazione, si articola nei numerosi altri libri pubblicati negli anni successivi, tra i quali ricordiamo: Trattato dell’empietà (1987), Anatol (1990), Del pensare breve (1991), Dell’indifferenza in materia di società (1994), La consolazione (1995), Trattato dell’età (1999), De mundo pessimo (2004), La conoscenza del peggio (2007), Del delitto (2009), Della misantropia (2012), Variazioni e capricci morali (2013). L’ultimo è Dal ciclo della vita, pubblicato postumo nel giugno 2014.