Simone Fagioli. L'accordo-meta retorico" nella neo-modernità
Per un'educazione al bene comune
Attraverso l’uso del “discorso meta-retorico” è possibile tentare un’azione pratica di risanamento etico-morale, al fine di ritrovare un discorso che sia comune e comunemente accettato relativamente ai problemi che emergono con l’affermarsi della neo-modernità. Per mezzo del discorso meta-retorico si possono trovare visioni e condivisioni di valori e modi di vivere all’interno di una società ben organizzata, guidata da una morale costituita da principi sani e da azioni pratiche eticamente orientate verso il bene comune.
L’accordo “meta-retorico” si sviluppa a partire da un preliminare accordo sui topoi, vale a dire sui “luoghi comuni”, dai quali è possibile formulare premesse comuni dai cui desumere conclusioni sempre comuni e che portino a soluzioni pratiche condivise: tutto ciò è possibile nel momento in cui si arrivi ad un accordo meta-retorico tra i diversi stakeholder coinvolti nell’accordo.
Tuttavia, si ravvisa che il punto critico di questo ragionamento risiede essenzialmente nell’individuare topoi condivisi, vale a dire determinare dei “luoghi comuni” dai quali dedurre argomentazioni comunemente accettate dagli attori dell’accordo. Infatti, ogni singolo stakeholder coinvolto in un qualsiasi accordo punta a raggiungere un interesse particolare vantaggioso per sé. Per questo motivo, ogni generica trattativa non giungerà mai a conclusioni comuni e, nel caso in cui si riesca a trovare un accordo, quest’ultimo non sarà mai veramente “meta-retorico”, dal momento che tale accordo sarà sempre di tipo sperequativo, cioè andrà sempre a vantaggio del più forte.
Infatti, la parte più forte dell’accordo concederà sempre meno a quella più debole nel momento della trattativa: del resto, la parte più debole, pur di prendere qualcosa piuttosto che niente, sarà disposta ad accettare anche un accordo svantaggioso e non proporzionalmente equo.
Si è certi che solo a partire da un nuovo tipo di educazione si possa garantire il sedimentarsi di topoi comuni: un’educazione, che non sia necessariamente la medesima per tutti gli stakeholder coinvolti, ma che abbia inevitabilmente come finalità quella del raggiungimento del bene comune.
È necessario che questa nuova educazione sia regolata dal perseguimento dei seguenti principi etici fondamentali: il principio di solidarietà cristiana; il principio di sussidiarietà; il principio di comunitarismo; il principio dell’equo proporzionale e il principio di una equa ridistribuzione.
Simone Fagioli è un filosofo, poeta, storico e critico d’arte. Conseguita la laurea specialistica con lode in filosofia teoretica, morale, politica ed estetica presso l’Università degli Studi di Perugia, diventa professore di filosofia e storia in Italia e in Svizzera. Già Presidente dell’Associazione Culturale “FareCultura”, nel 2018 e nel 2019 consegue l’EunomiaMaster in alta formazione politico-istituzionale. Attualmente, è socio della Società Filosofica Italiana, dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma e della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche. Per la sua attività artistico-letteraria ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui: Premio Internazionale Spoletofestivalart 2018 per la filosofia contemporanea (Spoleto 2018) e per la letteratura (Spoleto 2012); Premio Nazionale di Poesia “Versi Distillati” (Brescia 2009); Finalista Premio Letterario Nazionale di Poesia “Valle dell’Aniene” (Roma, 2007); Trofeo Internazionale “Medusa Aurea XXVIII Edizione” dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna (Roma, 2005); Finalista con Menzione di Merito III Edizione del Premio Letterario Internazionale “Trofeo Giacomo Leopardi” (Recanati, 2005); Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori - Città di Avezzano” (Avezzano, 2004); Premio Nazionale di Poesia “Primavera Strianese” (Striano, 2003); Finalista con Menzione di Merito X Edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia “Poseidonia - Paestum” (Paestum, 2004); Finalista XI Edizione Premio Letterario Nazionale di Poesia e Giornalismo “La fonte - Città di Caserta” (Caserta, 2003); Premio Nazionale di Poesia “Igino Giordani” (Caltanissetta, 2001); Premio Nazionale di Poesia ”Massimo D’Azeglio” (Barletta, 2000).
L’accordo “meta-retorico” si sviluppa a partire da un preliminare accordo sui topoi, vale a dire sui “luoghi comuni”, dai quali è possibile formulare premesse comuni dai cui desumere conclusioni sempre comuni e che portino a soluzioni pratiche condivise: tutto ciò è possibile nel momento in cui si arrivi ad un accordo meta-retorico tra i diversi stakeholder coinvolti nell’accordo.
Tuttavia, si ravvisa che il punto critico di questo ragionamento risiede essenzialmente nell’individuare topoi condivisi, vale a dire determinare dei “luoghi comuni” dai quali dedurre argomentazioni comunemente accettate dagli attori dell’accordo. Infatti, ogni singolo stakeholder coinvolto in un qualsiasi accordo punta a raggiungere un interesse particolare vantaggioso per sé. Per questo motivo, ogni generica trattativa non giungerà mai a conclusioni comuni e, nel caso in cui si riesca a trovare un accordo, quest’ultimo non sarà mai veramente “meta-retorico”, dal momento che tale accordo sarà sempre di tipo sperequativo, cioè andrà sempre a vantaggio del più forte.
Infatti, la parte più forte dell’accordo concederà sempre meno a quella più debole nel momento della trattativa: del resto, la parte più debole, pur di prendere qualcosa piuttosto che niente, sarà disposta ad accettare anche un accordo svantaggioso e non proporzionalmente equo.
Si è certi che solo a partire da un nuovo tipo di educazione si possa garantire il sedimentarsi di topoi comuni: un’educazione, che non sia necessariamente la medesima per tutti gli stakeholder coinvolti, ma che abbia inevitabilmente come finalità quella del raggiungimento del bene comune.
È necessario che questa nuova educazione sia regolata dal perseguimento dei seguenti principi etici fondamentali: il principio di solidarietà cristiana; il principio di sussidiarietà; il principio di comunitarismo; il principio dell’equo proporzionale e il principio di una equa ridistribuzione.
Simone Fagioli è un filosofo, poeta, storico e critico d’arte. Conseguita la laurea specialistica con lode in filosofia teoretica, morale, politica ed estetica presso l’Università degli Studi di Perugia, diventa professore di filosofia e storia in Italia e in Svizzera. Già Presidente dell’Associazione Culturale “FareCultura”, nel 2018 e nel 2019 consegue l’EunomiaMaster in alta formazione politico-istituzionale. Attualmente, è socio della Società Filosofica Italiana, dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma e della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche. Per la sua attività artistico-letteraria ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui: Premio Internazionale Spoletofestivalart 2018 per la filosofia contemporanea (Spoleto 2018) e per la letteratura (Spoleto 2012); Premio Nazionale di Poesia “Versi Distillati” (Brescia 2009); Finalista Premio Letterario Nazionale di Poesia “Valle dell’Aniene” (Roma, 2007); Trofeo Internazionale “Medusa Aurea XXVIII Edizione” dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna (Roma, 2005); Finalista con Menzione di Merito III Edizione del Premio Letterario Internazionale “Trofeo Giacomo Leopardi” (Recanati, 2005); Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori - Città di Avezzano” (Avezzano, 2004); Premio Nazionale di Poesia “Primavera Strianese” (Striano, 2003); Finalista con Menzione di Merito X Edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia “Poseidonia - Paestum” (Paestum, 2004); Finalista XI Edizione Premio Letterario Nazionale di Poesia e Giornalismo “La fonte - Città di Caserta” (Caserta, 2003); Premio Nazionale di Poesia “Igino Giordani” (Caltanissetta, 2001); Premio Nazionale di Poesia ”Massimo D’Azeglio” (Barletta, 2000).