Daniela Marcheschi. Pinocchio, la maschera della verità
L'umorismo contro le false verità della cultura
Nel video Daniela Marcheschi, intervistata al Festival della Filosofia di Modena 2018 Verità, parla del ruolo ambivalente della menzogna, tra mistificazione e smascheramento, rappresentato dalla figura del burattino, creato dallo scrittore Carlo Collodi, definito una maschera che rivela la verità.
Collodi è incantato dalla forza delle Operette morali di Giacomo Leopardi e dall’idea leopardiana che il ridicolo serve per essere in una posizione agonistica nei confronti della realtà. L’anticonformismo, la voglia di fare una critica della cultura si unisce alla forma dell’umorismo. Quando Pinocchio si sente appagato, alla fine della storia, diventa quel piccolo borghese che tutta la letteratura umoristica di Collodi ha preso in giro, perché il patriota Collodi, due volte volontario nelle Guerre di Indipendenza, vuole criticare quella piccola e media borghesia, che stava tradendo lo spirito dell’infanzia, ma anche lo spirito di un Paese e della sua gioventù. Non c’è nessun mito dell’infanzia in Collodi, che racconta l’infanzia come è, l’esperienza come avventura e l’avventura come esperienza.
C’è una grande parodia della letteratura nel Pinocchio di Collodi, che non ha niente a che vedere romanzi lacrimogeni e melensi dedicati all’infanzia
Collodi è incantato dalla forza delle Operette morali di Giacomo Leopardi e dall’idea leopardiana che il ridicolo serve per essere in una posizione agonistica nei confronti della realtà. L’anticonformismo, la voglia di fare una critica della cultura si unisce alla forma dell’umorismo. Quando Pinocchio si sente appagato, alla fine della storia, diventa quel piccolo borghese che tutta la letteratura umoristica di Collodi ha preso in giro, perché il patriota Collodi, due volte volontario nelle Guerre di Indipendenza, vuole criticare quella piccola e media borghesia, che stava tradendo lo spirito dell’infanzia, ma anche lo spirito di un Paese e della sua gioventù. Non c’è nessun mito dell’infanzia in Collodi, che racconta l’infanzia come è, l’esperienza come avventura e l’avventura come esperienza.
C’è una grande parodia della letteratura nel Pinocchio di Collodi, che non ha niente a che vedere romanzi lacrimogeni e melensi dedicati all’infanzia
Pinocchio è maschera di una verità profonda nel senso che il bambino che dimentica il burattino e lo guarda con sufficienza, come una povera cosa di legno, maschera la verità e rivela la propria natura piccolo borghese, che falsifica.
Daniela Marcheschi è critico letterario e docente di Letteratura italiana, Lingue e letterature nordiche e Antropologia delle arti in diverse università, tra le quali Salamanca, Uppsala, Firenze, Perugia e il CLEPUL-FLUL di Lisbona. Oltre a numerosi saggi tradotti in diversi paesi, ha curato i Meridiani Mondadori delle Opere di Carlo Collodi (Milano 1995) e di Giuseppe Pontiggia (Milano 2004), e pubblicato il volume riassuntivo di critica e teoria della letteratura Il Sogno della letteratura (Roma 2012). È direttore scientifico della Fondazione Dino Terra. Tra i suoi libri: Collodi ritrovato (Pisa 1990); Prismi e poliedri. Scritti di critica e antropologia delle arti. Ediz. illustrata (Livorno 2001); Sandro Penna. Corpo, tempo e narratività (Roma-Napoli 2006); Chiara Matraini. Poetessa lucchese e la letteratura delle donne nei nuovi fermenti letterari del ‘500 (Pisa 2008); Leopardi e l’umorismo (Pistoia 2010); Il sogno della letteratura. Luoghi, maestri, tradizioni (Roma 2012); Antologia di poeti contemporanei. Tradizioni e innovazione in Italia (a cura, Milano 2016); Il naso corto. Una rilettura delle Avventure di Pinocchio (Bologna 2016); Mille anni di poesia religiosa italiana. Antologia (a cura di, Bologna 2017).Il ridicolo deve servire a smascherare tutte le false verità che la cultura produce, per questo Collodi è un autore molto scomodo, tanto che è stato messo nell’ambito della letteratura per l’infanzia, mentre lui scrive sempre per i grandi perché intendano i piccoli e per i piccoli perché intendano i grandi.