Luigi Cavanna. La medicina tra arte e scienza

La visione umanistica della cura

Il professor Luigi Cavanna, intervistato nel maggio 2021, racconta la sua straordinaria esperienza nella cura dei malati, fin dall’inizio della pandemia nel marzo 2020 (che gli è valsa il conferimentro dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana da parte del Presidente della Repubblica), della funzione del medico, della visione olistica della medicina, della medicina relazionale, dei rapporti tra medicina e filosofia e del Giuramento di Ippocrate.  

È mancata una visione olistica del malato e in generale la parte umanistica della medicina è stata abbastanza deficitaria. Se si consultano i "Principi di medicina interna" dell’Harrison, che tutti i medici posseggono, nella prefazione c’è scritto che la pratica medica combina scienza e arte.

L’ars medica, che tendiamo a sottovalutare oggi, deve invece essere presa in grande considerazione perché la medicina cura la persona nel suo insieme, non le singole sue parti e ha un grande peso il rapporto che si instaura tra medico e paziente, che è la medicina relazionale, e ci sono evidenze scientifiche in questo senso. Il contatto umano, non solo formale ma sostanziale, è fondamentale. 

I quattro punti essenziali della visita medica ispezione, palpazione, percussione e auscultazione non devono essere dimenticati e la trasformazione tecnologica della medicina non porta di per sé a buoni risultati se si dimenticano i principi fondamentali della medicina. 

A proposito della rigida esclusione delle cure che non hanno ancora raggiunto un’evidenza dimostrata per una malattia, tra l’altro molto recente, Cavanna afferma che:

viviamo in un’epoca in cui a fronte di un’ipertrofia dei mezzi si assiste ad una drammatica ipotrofia dei fini. 

In questo caso il mezzo è l’evidenza scientifica ma il fine è la cura, per cui la confusione tra mezzi e fini è il rischio che stiamo vivendo con la pandemia, perché la gente ha bisogno di essere curata, anche se non ci sono studi randomizzati, seguendo le evidenze cliniche su migliaia di pazienti. 

C’è stata un’assoluta sproporzione tra la ricerca per i vaccini e quella per le cure. Una malattia si previene con il vaccino ma si cura con i farmaci per cui sarebbe stato razionale sviluppare e sostenere economicamente studi sulle cure soprattutto domiciliari. 

Il Giuramento di Ippocrate ha una grande valenza e il medico ha un ruolo importante nella società perché viene a conoscenza delle nostre difficoltà quando viene meno la salute. 
Il medico quando vede che le cose non vanno non deve tacere per timore di farsi nemici ma deve alzarsi in piedi e gridare cosa non va per la tutela della salute. 

Nella prefazione dell’Harrison, Principi di medicina interna si legge: 

Dal medico ci si aspetta attenzione e comprensione, in quanto il paziente non è una semplice collezione di sintomi e organi lesi, ma un essere umano con paure e speranze, che cerca sollievo, aiuto e rassicurazione. 

Luigi Cavanna, primario di medicina interna nel 1994 (1°Divisione Medica ed oncoematologica, Ospedale di Piacenza) e poi Direttore del dipartimento di oncologia-ematologia dell’ASL di Piacenza dal 2004 al 22/01/2023. Da febbraio 2023 Primario area medica Oncologica, Casa di Cura Piacenza.  Da sempre interessato alla ricerca clinica, è autore di oltre 600 pubblicazione di cui oltre 300 su riviste internazionali censite.  Ha introdotto per la prima volta a Piacenza il trapianto di midollo/cellule staminali autologo nel 1999 e da donatore nel 2002, l’oncologia territoriale dal 2000 con esecuzione di trattamenti oncologici di prossimità e nelle case della salute dal 2016. 
Nel marzo 2020, all’esordio della Pandemia COVID-19 ha introdotto la cura precoce domiciliare conosciuta a livello Nazionale e anche Internazionale come “Modello Piacenza”.  Di questa attività ne ha dato notizia in prima pagina il Time in data 12/04/2020, poi Le Monde in data 08/06/2020.
Anche la rivista indiana The Sunday Post il 30 agosto 2020 ha dato la notizia, oltre ai giornali italiani. Questo modello è stato poi adottato dalle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) su tutto il territorio nazionale.