Luigi Cavanna. La scienza per la persona  

L'umanizzazione della medicina 

Nel video il professor Luigi Cavanna, intervistato nel dicembre 2021, in occasione del conferimento dell’onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per "l’impegno profuso nelle cure contro la pandemia", parla delle motivazioni per le quali ha ricevuto il prestigioso riconoscimento, della necessità dell’umanizzazione delle cure e fa il punto sullo stato delle cose riguardo alla lotta contro il virus. 

Coloro che si dedicano a risanare gli altri, usando insieme dell’abilità e dell’umanità, sono, in assoluto, i grandi della terra. Essi hanno addirittura qualcosa della Divinità, poiché salvare e restituire alla vita è quasi altrettanto nobile quanto creare.  Voltaire, Dizionario filosofico 




Già nel marzo del 2020 ci rendemmo conto che cerare di intervenire precocemente curando i pazienti a casa poteva essere, non dico la soluzione, ma una parte della strategia di intervento.  
La medicina del territorio e l’umanizzazione delle cure sono due aspetti della stessa strategia, perché si fondano sul cercare di dare la risposta migliore in base ai bisogni del malato. Il malato di Covid, soprattutto anziano, se assistito a domicilio, può essere curato nel suo ambito senza interrompere il contatto con i familiari e già questo è di per sé molto importante per un esito favorevole. Una persona anziana che viene ricoverata si disorienta, si agita, perde la volontà di alimentarsi e questo condiziona spesso negativamente l’esito, ma di questo aspetto fondamentale della cura si parla molto poco purtroppo.  

Oggi, più di ieri, c’è un estremo bisogno di umanizzazione delle cure, ossia di capire quali sono i bisogni della persona e dare una risposta adeguata dal punto di vista organizzativo, ma anche umano. Se un malato oncologico entra in un reparto e viene accolto con il sorriso del personale, la struttura potrà rendere la sua grave malattia un peso un po’ più lieve, ed è su questo che dobbiamo lavorare tanto e senza retorica. 

Io credevo che, a distanza di quasi due anni dall’inizio della pandemia, avremmo potuto fare passi in avanti migliori per quanto riguarda le cure rispetto a quelli che abbiamo fatto, ero convinto che avremmo potuto sviluppare di più le cure, mentre invece quasi  tutta la ricerca si è concentrata sul vaccino. I vaccini sono sicuramente importanti, tuttavia non possiamo dimenticare che le persone sia vaccinate sia non vaccinate possono ammalarsi e devono essere curate. Si sarebbe potuto fare di più nello sviluppare ricerca sulle cure precoci della pandemia.  

Luigi Cavanna, primario di medicina interna nel 1994 (1°Divisione Medica ed oncoematologica, Ospedale di Piacenza) e poi Direttore del dipartimento di oncologia-ematologia dell’ASL di Piacenza dal 2004 al 22/01/2023. Da febbraio 2023 Primario area medica Oncologica, Casa di Cura Piacenza.  Da sempre interessato alla ricerca clinica, è autore di oltre 600 pubblicazione di cui oltre 300 su riviste internazionali censite.  Ha introdotto per la prima volta a Piacenza il trapianto di midollo/cellule staminali autologo nel 1999 e da donatore nel 2002, l’oncologia territoriale dal 2000 con esecuzione di trattamenti oncologici di prossimità e nelle case della salute dal 2016. 
Nel marzo 2020, all’esordio della Pandemia COVID-19 ha introdotto la cura precoce domiciliare conosciuta a livello Nazionale e anche Internazionale come “Modello Piacenza”.  Di questa attività ne ha dato notizia in prima pagina il Time in data 12/04/2020, poi Le Monde in data 08/06/2020.
Anche la rivista indiana The Sunday Post il 30 agosto 2020 ha dato la notizia, oltre ai giornali italiani. Questo modello è stato poi adottato dalle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) su tutto il territorio nazionale.