Michele Lenoci. Filosofia e scienza
La fede nel divenire
Nel video Michele Lenoci, intervistato in occasione del Convegno Sul fondamento della conoscenza, organizzato dall'ASES (Associazione di Studi Emanuele Severino), in occasione della ripubblicazione dell’omonimo libro di Moritz Schilick, tradotto, introdotto e commentato da Emanuele Severino (Scholé Morcelliana 2021 – prima edizione 1963), che si è tenuto il 27 novembre 2021 a Brescia, presso il CCS (Centro Casa Severino), riflette sulla concezione della scienza e del suo rapporto con la filosofia nel pensiero di Severino.
Si può affermare che per Severino la filosofia è il luogo dell’incontrovertibile, ossia di ciò che appare dimostrato come necessario, mentre la scienza offre un sapere condiviso fondato sul calcolo di probabilità, sull’induzione, ma proprio per questo fondato su una fede, sulla fede cioè che il rapporto matematico che il calcolo di probabilità indica determini esiti sicuri.
Nell’introduzione scritta da Severino al testo di Rudolf Carnap (Ronsdorf, 18 maggio 1891), La costruzione logica del mondo, che poi ha pubblicato nel suo libro La legge e il caso, la riflessione scientifica è considerata una riflessione probabilistica, che scommette sul fatto che certi rapporti matematici possano dire qualcosa della realtà e di come questa si svilupperà nel futuro.
La tecnica è una potenza che alimenta sé stessa e che dopo essere stata strumentale rispetto alle verità filosofiche pretende essa stessa il primato, che è il primato del divenire.
La scienza per Severino mira ad affermare il dominio, intrinseco alla civiltà occidentale, sulla realtà, che il divenire ha sempre professato.
Michele Lenoci è docente di Filosofia teoretica nelle facoltà di Lettere e filosofia e Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2018 è presidente del Nucleo di valutazione di Ateneo.
Si può affermare che per Severino la filosofia è il luogo dell’incontrovertibile, ossia di ciò che appare dimostrato come necessario, mentre la scienza offre un sapere condiviso fondato sul calcolo di probabilità, sull’induzione, ma proprio per questo fondato su una fede, sulla fede cioè che il rapporto matematico che il calcolo di probabilità indica determini esiti sicuri.
Nell’introduzione scritta da Severino al testo di Rudolf Carnap (Ronsdorf, 18 maggio 1891), La costruzione logica del mondo, che poi ha pubblicato nel suo libro La legge e il caso, la riflessione scientifica è considerata una riflessione probabilistica, che scommette sul fatto che certi rapporti matematici possano dire qualcosa della realtà e di come questa si svilupperà nel futuro.
La scienza non può dare un fondamento incontrovertibile, ma solo un fondamento estremamente utile, pur nella sua relatività, perché si fonda non su una base assoluta, ma su una base condivisa e il prezzo di questa condivisione è proprio la rinuncia all’assolutezza.
La tecnica è una potenza che alimenta sé stessa e che dopo essere stata strumentale rispetto alle verità filosofiche pretende essa stessa il primato, che è il primato del divenire.
La scienza per Severino mira ad affermare il dominio, intrinseco alla civiltà occidentale, sulla realtà, che il divenire ha sempre professato.
I valori eterni sono tentativi di imbrigliare il divenire, che ormai si afferma in tutta la sua potenza e la scienza è il luogo in cui questa affermazione si compie nella maniera più piena, che si fonda sulla fede nel divenire. La scienza è agli antipodi della filosofia che dà una visione dei fondamenti da cui la scienza parte, che sono diversi da quelli in cui la stessa scienza si sviluppa.
Michele Lenoci è docente di Filosofia teoretica nelle facoltà di Lettere e filosofia e Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2018 è presidente del Nucleo di valutazione di Ateneo.