Vincenzo Paglia. Il crollo del noi
Recuperare la cultura dell'incontro
Nel video Vincenzo Paglia, intervistato nel settembre 2019 al Festival della Filosofia di Modena Persona, parla del suo libro Il crollo del noi, pubblicato da Laterza nel 2017.
Per questo oggi in tante parti del mondo, crollata la sensibilità sociale che si esprimeva nei gruppi intermedi come partiti e associazioni, viviamo in una sorta di vuoto culturale dove si diventa massa e la massa va sempre alla ricerca di un salvatore.
Vincenzo Paglia, arcivescovo, è Presidente della Pontificia Accademia per la Vita. È stato Presidente della Commissione Ecumenismo e Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana e tra i fondatori della Comunità di Sant’Egidio. Per il suo impegno di promozione della pace è stato insignito del Premio Gandhi dell’Unesco e del Premio Madre Teresa di Calcutta. In una vasta produzione teologica e saggistica, ha dedicato numerosi interventi a temi connessi con la presenza della religione nella sfera pubblica, dalla questione ambientale a quella della giustizia e della pace. In questa chiave si ricordano: Essere cattolici. Dialoghi con S. Gaeta (Milano 2005); Dialoghi post-secolari (con G. Amato, Venezia 2006); La via dell’amore (Roma 2008); In cerca dell’anima. Dialogo su un’Italia che ha smarrito se stessa (con F. Scaglia, Casale Monferrato-Segrate 2010); A un amico che non crede (Casale Monferrato-Segrate 2013); Storia della povertà (Milano 2014); La famiglia. Vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo (Cinisello Balsamo 2015); Sorella morte. La dignità del vivere e del morire (Casale Monferrato-Segrate 2016); Il crollo del noi (Roma-Bari 2017); Vivere per sempre. L’esistenza, il tempo e l’Oltre (Casale Monferrato-Segrate 2018); La coscienza e la legge (con R. Cantone, Roma-Bari 2019).
Una delle dimensioni più preoccupanti della cultura contemporanea è quello che io ho chiamato il crollo del noi, ossia l’affermarsi di un individualismo esasperato: l’io è diventato il nuovo padrone del mondo anche della mia stessa vita. Ma quando l’io diventa assoluto subito si traduce nell’unico e quando ci si sente unici il conflitto è inevitabile.
Per questo oggi in tante parti del mondo, crollata la sensibilità sociale che si esprimeva nei gruppi intermedi come partiti e associazioni, viviamo in una sorta di vuoto culturale dove si diventa massa e la massa va sempre alla ricerca di un salvatore.
È indispensabile recuperare la cultura dell’incontro, perché noi siamo fatti gli uni per gli altri. L’inferno non sono gli altri, come credeva Sartre, ma è la solitudine, è il non essere amati e il non saper amare.
Vincenzo Paglia, arcivescovo, è Presidente della Pontificia Accademia per la Vita. È stato Presidente della Commissione Ecumenismo e Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana e tra i fondatori della Comunità di Sant’Egidio. Per il suo impegno di promozione della pace è stato insignito del Premio Gandhi dell’Unesco e del Premio Madre Teresa di Calcutta. In una vasta produzione teologica e saggistica, ha dedicato numerosi interventi a temi connessi con la presenza della religione nella sfera pubblica, dalla questione ambientale a quella della giustizia e della pace. In questa chiave si ricordano: Essere cattolici. Dialoghi con S. Gaeta (Milano 2005); Dialoghi post-secolari (con G. Amato, Venezia 2006); La via dell’amore (Roma 2008); In cerca dell’anima. Dialogo su un’Italia che ha smarrito se stessa (con F. Scaglia, Casale Monferrato-Segrate 2010); A un amico che non crede (Casale Monferrato-Segrate 2013); Storia della povertà (Milano 2014); La famiglia. Vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo (Cinisello Balsamo 2015); Sorella morte. La dignità del vivere e del morire (Casale Monferrato-Segrate 2016); Il crollo del noi (Roma-Bari 2017); Vivere per sempre. L’esistenza, il tempo e l’Oltre (Casale Monferrato-Segrate 2018); La coscienza e la legge (con R. Cantone, Roma-Bari 2019).