Fabrizio Sudano. L'antica Hipponion
La Lamina d'oro orfica
Nella polis di Hipponion le scoperte che sono state effettuate dall’archeologo Paolo Orsi nei primi anni del XX secolo hanno portato alla luce i resti della città magnogreca, che sono oggi visitabili.
Ma la scoperta più importante è avvenuta negli anni Sessanta ed è quella di una necropoli, dove in una delle tombe è stato trovato un reperto straordinario sul petto di una defunta. Si tratta di una laminetta d’oro, scritta in caratteri piccolissimi, che rimanda al culto orfico con le regole che la defunta deve seguire per avere una vita nell’aldilà.
Di seguito il testo inciso sulla laminetta, contenente le istruzioni per il viaggio oltremondano del dell’iniziato greco (mystes):
A Mnemosyne è sacro questo (dettato): (per il mystes), quando sia sul punto di morire. Andrai alle case ben costrutte di Ade: v'è sulla destra una fonte, accanto ad essa si erge un bianco cipresso; lì discendono le anime dei morti per avere refrigerio. A questa fonte non accostarti neppure; ma più avanti troverai la fredda acqua che scorre dal lago di Mnemosyne: vi stanno innanzi i custodi, ed essi ti chiederanno, in sicuro discernimento, perché mai esplori la tenebra dell’Ade caliginoso. Dì': «(Son) figlio della Greve e del Cielo stellato; di sete son arso e vengo meno: ma datemi presto la fredda acqua che viene dal lago di Mnemosyne». Ed essi son misericordiosi per volere del re degli Inferi, e ti daranno da bere (l’acqua) del lago di Mnemosyne; e tu quando avrai bevuto percorrerai la sacra via su cui anche gli altri mystai e bacchoi procedono gloriosi.
Traduzione di Giovanni Pugliese Carratelli (in Le Lamine d'oro orfiche, Istruzioni per il viaggio oltremondano degli iniziati greci, Milano, Adelphi, 2001