La filosofia come "pervertimento"
Un saggio di Roberto Fai su Manlio Sgalambro
Per Sgalambro, la scena del pensare è inquieta, di più: tremenda. Pertanto il pensare è tale se ha di mira solo la verità, inquietando continuamente la scena. Altro che filosofia progressiva! Altro che «bella unità tra conoscenza e bene»! Solo se perverte, la filosofia è davvero tale, essendo la verità ostile, o quanto meno indifferente alla vita. E se è pervertimento, la filosofia non può prefigurare o configurare quel finalismo, ancora “umano, troppo umano” che aveva contrassegnato “l’ultimo sistema”, quello hegeliano.
Roberto Fai
Se è pur vero che la contrapposizione tra “filosofia” e “cultura” trova già in Heidegger il suo precedente illustre, Sgalambro ne radicalizza l’ostilità. La cultura è formazione, concetto stomachevole, digestivo, mera Bildung. La filosofia è, per il filosofo lentinese, un movimento incessante attorno al vero, alla verità. E la verità è ostile alla vita. Quella di Sgalambro è una filosofia dolorosa, ma vera, di più: spietata e irriverente proprio perché rivolta unicamente alla verità.
Roberto Fai
La morte del sole ha pagine di dura inattualità, che rifuggono da “pensieri deboli” e sono mille miglia lontane da nichilismi spiccioli e di maniera. La sua filosofia proprio perché niente affatto consolatoria, non conosce – già come Nietzsche – alcuna redenzione. Il motivo di fondo del suo pensiero è contemplativo: uno sguardo freddo, asciutto e disincantato sulla verità, che è solo una “quiete inquietante”: né progresso, né sviluppo, né avanzamenti.
Roberto Fai
Sgalambro ha esercitato il piglio icastico e dissacratore nei confronti della politica: sfera umana giunta peraltro nella congiuntura di un tempo che aveva già chiuso il lungo ciclo prometeico del Novecento e ne apriva un altro, dentro cui la figura soggettiva, simbolica ed allegorica, che si stagliava nella sua veste inconsistente e ineffettuale, era il fratello sciocco: Epimeteo, che, già lì, avrebbe reso manifesta l’evanescenza del ruolo della soggettività.
Roberto Fai
Roberto Fai, già presidente del Collegio siciliano di Filosofia e ideatore del Premio di Filosofia Viaggio a Siracusa; nel 2009, Dottore di ricerca in “Profili della cittadinanza nella costruzione dell’Europa”; nel 2013 consegue un secondo Dottorato in “Teoria e prassi della Regolazione sociale nell’U.E. Ha collaborato con la cattedra di Filosofia del diritto dell’Università di Catania, dal 1999 al 2011. Ha curato, con Pietro Barcellona e Fabio Ciaramelli, il volume Apocalisse e post-umano. Il crepuscolo della modernità (Dedalo 2007); i suoi saggi editi da Mimesis: Genealogie della globalizzazione. L’Europa a venire (2009); Frammento e sistema. Nove istantanee sulla contemporaneità (2013); Pastorale arcadica. Per un Regno giusto (2019). Nel volume di Jacques Derrida, Tentazione di Siracusa (2018, Mimesis), curato da Caterina Resta, è contenuta una sua postfazione dal titolo, La fraterna inimicizia tra filosofia e politica.