La tecnologia in neuroriabilitazione
Franco Molteni
Nel video il professor Franco Molteni, dell’Ospedale Valduce “ Villa Beretta” di Costa Masnaga (LC), parla del tema della relazione che ha tenuto al Convegno L'uomo e la macchina (Università degli Studi di Brescia 3 e il 4 marzo 2023) “La tecnologia in neuroriabilitazione: presentazione di un caso clinico”.
Molteni sottolinea il ruolo sempre più importante delle nuove tecnologie nella neuroriabilitazione, per recuperare compiti complessi come il movimento. La tecnica consiste in tecnologie avanzate che possono essere impiantate da parte del chirurgo nel cervello o al livello del midollo spinale, da cui nasce un lavoro di trasformazione di queste nuove modalità di controllo in apprendimento di nuovi comportamenti.
Si lavora per modificare la qualità e la quantità di vista ma soprattutto per la dignità e l’identità della persona che deve mantenersi anche a volte in condizioni biologicamente molto difficili.
Molteni sottolinea il ruolo sempre più importante delle nuove tecnologie nella neuroriabilitazione, per recuperare compiti complessi come il movimento. La tecnica consiste in tecnologie avanzate che possono essere impiantate da parte del chirurgo nel cervello o al livello del midollo spinale, da cui nasce un lavoro di trasformazione di queste nuove modalità di controllo in apprendimento di nuovi comportamenti.
La tecnologia sta trasformando la cura della persona in medicina riabilitativa, attraverso l’interazione con la persona senza creare false aspettative e che deve essere attentamente personalizzata e programmata.Tutto questo pone problemi etici perché bisogna essere attenti anche ai possibili effetti collaterali di modificazione dei comportamenti dei pazienti e per questo serve una logica di attenta valutazione globale e responsabilizzazione del paziente.
Si lavora per modificare la qualità e la quantità di vista ma soprattutto per la dignità e l’identità della persona che deve mantenersi anche a volte in condizioni biologicamente molto difficili.
Non c’è nessuna deificazione della tecnologia, ma anche nessuna sottovalutazione delle sue enormi possibilità, che stanno cambiando con una velocità sino ad oggi sconosciuta. È necessaria una formazione aperta e flessibile rispetto alla velocità di cambiamento, per conglobare conoscenze finalizzate sempre alla cura dell’uomo con tecnologie che non sono transumanesimo, né modificazione genetica della persona, ma sono solo un modo per aiutare la persona.