Silvia Andreoli. La verità della finzione
Riflessioni su "Raccontami il mondo che vuoi"
Nel video Silvia Andreoli parla del suo libro Raccontami il mondo che vuoi, pubblicato da Robin nel 2023.
L'autrice evidenzia nel suo racconto un doppio registro di narrazione, quello della fiaba e quello della cronaca, a dimostrazione che questi due universi, di solito considerati opposti, in realtà si intrecciano profondamente, perché, da una parte la cronaca non è mai solo e soltanto la verità, il modo in cui ricostruiamo i fatti ne dà un punto di vista e, dall’altra la fiaba non è solo finzione, perché nella fiaba ci sono moltissimi elementi che appartengono alla verità delle divere epoche storiche, alle abitudini, alle paure, ai sogni e anche alle delusioni, oltre al fatto che le fiabe sono un serbatoio di quegli archetipi di cui parlava Jung.
Silvia Andreoli è nata a Verona, ha studiato a Milano e ha scelto Parigi come città in cui nascondersi per scrivere. Ha esordito giovanissima nel 2004 con Malvina (La Tartaruga) e nel 2005 con Busserò per prendere la notte (Baldini&Castoldi), poi ha preso una pausa di riflessione e studio per tornare nel 2018 con il romanzo Nera come una fiaba (Morellini Editore). Suoi racconti sono presenti nelle antologie Lettere alla madre (2018) e Lettere al padre (2020).
L'autrice evidenzia nel suo racconto un doppio registro di narrazione, quello della fiaba e quello della cronaca, a dimostrazione che questi due universi, di solito considerati opposti, in realtà si intrecciano profondamente, perché, da una parte la cronaca non è mai solo e soltanto la verità, il modo in cui ricostruiamo i fatti ne dà un punto di vista e, dall’altra la fiaba non è solo finzione, perché nella fiaba ci sono moltissimi elementi che appartengono alla verità delle divere epoche storiche, alle abitudini, alle paure, ai sogni e anche alle delusioni, oltre al fatto che le fiabe sono un serbatoio di quegli archetipi di cui parlava Jung.
In qualche modo il gioco della storia è il gioco tra ciò che è vero e ciò che è finzione e a tenere insieme questi due apparenti universi opposti è proprio il ritmo della narrazione, il ritmo delle parole che sono potentissime.
Attraverso le storie noi sperimentiamo vite che non sono le nostre, ma che nel momento stesso in cui ci caliamo dentro un libro o dentro un film, in quel momento ci appartengono e ci appaiono vere, anzi niente per noi è più vero della finzione. In quell’istante la finzione si sostituisce alla realtà e questo ci dà una possibilità straordinaria, che è quella di spalancare le finestre sull’universo, staccandoci dai nostri tic quotidiani per provare un’empatia verso punti di vista e personaggi differenti.
Silvia Andreoli è nata a Verona, ha studiato a Milano e ha scelto Parigi come città in cui nascondersi per scrivere. Ha esordito giovanissima nel 2004 con Malvina (La Tartaruga) e nel 2005 con Busserò per prendere la notte (Baldini&Castoldi), poi ha preso una pausa di riflessione e studio per tornare nel 2018 con il romanzo Nera come una fiaba (Morellini Editore). Suoi racconti sono presenti nelle antologie Lettere alla madre (2018) e Lettere al padre (2020).