Massimo Iiritano. La verità del paradosso 

Introduzione alla filosofia di Søren Kierkegaard  

Nel video Massimo Iiritano, autore di Disperazione e fede in Soren Kierkegaard. Una "lotta di confine", pubblicato da Rubbettino nel 1999 parla del pensiero del filosofo danese Søren Aabye Kierkegaard (Copenaghen, 1813 - 1855). 

Da Kierkegaard emana tanta luce, che un po' ne arriva in tutti gli abissi.
I suoi libri non son univoci e perfino in seguito quando egli arriva ad un'evoluzione univoca, anche questa è soltanto una parte del suo caos di spirito, tristezza e fede"
Franz Kafka

Il principio fondamentale che si agita in questo caos di spirito, tristezza e fede è quello della verità esistenziale. 
Nella filosofia di Hegel, Kierkegaard individuava il danno più grande per la stessa filosofia, per lo spirito e per la fede. Di fronte alla sintesi hegeliana, alla verità del tutto egli rivendica il frammento, la contraddizione, la singolarità che non potrà mai interamente essere compresa nella totalità. La mia sofferenza i miei errori la mia inquietudine, in quanto singolo esistente, sono la mia verità nella quale devo trovare la via anche per la fede. L’esistenza, e non la teoria, esprime la verità: si tratta di una rivoluzione esistenziale nella filosofia contemporanea. 
Quando si parla dei tre stadi dell’esistenza, estetico, etico e religioso essi devono essere intesi come tre possibilità di esistenza. Centrale è il concetto di esistenza come possibilità (ma anche come impossibilità) di scegliere, perché quando la possibilità viene sentita in tutta la sua drammatica realtà questo sentimento può anche arrestare l’individuo di fronte alla scelta, causando angoscia. 
Se la via estetica non va oltre l’angoscia, ma sceglie di vivere nell’angoscia e nella disperazione, la via etica è la scelta di vivere secondo un sistema di regole etiche e morali nelle quali il singolo decide di giocare la sua esistenza. 
Tra queste due possibilità, entrambe insufficienti, Kierkegaard configura una terza via, quella religiosa, di cui parla sempre in termini paradossali.

La via religiosa è la via del paradosso, la sua autenticità sta nel paradosso. Questo si comprende guardando alla scelta di Abramo: chi potrebbe giustificare Abramo che obbedisce all’ordine di Dio di sacrificare il proprio figlio? Ecco il paradosso assoluto che è il paradosso dell'uomo Dio. Cristo, uomo Dio è per Kierkegaard la figura del paradosso assoluto. 
Massimo Iiritano

La crocifissione di Cristo ci insegna che la via per l'assoluto è il paradosso, non è risolvibile in termini razionali. Per Kierkegaard non esiste il cristianesimo, ma esistono solo Cristo e l'imitazione di Cristo. L’imitazione di Cristo quando si fa cristianesimo perde il suo carattere di imitazione di Cristo per diventare dottrina. Da qui la sua lunga militanza contro la cristianità trionfante, diventata sistema, davanti alla quale si sentiva chiamato a combattere. Si configura una sorta di cristianesimo senza religione del quale avrebbe parlato nel secolo successivo il teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer
 

Per tutta la vita mi troverò sempre nella contraddizione, perché, la vita stessa è contraddizione
Søren Kierkegaard

È l'esistenza che esprime sempre quel che uno crede
Søren Kierkegaard


Massimo Iiritano, dottore di ricerca in Filosofia della religione all’Università di Siena-Arezzo, ha svolto attività didattica e di ricerca presso diverse Università, italiane e straniere. È stato docente incaricato di Antropologia delle religioni all’Università per Stranieri di Perugia, ha collaborato con la cattedra di Estetica dell’Università di Perugia e con la cattedra di Filosofia delle religioni dell’Università di Siena-Arezzo. Attualmente è docente di ruolo nella scuola pubblica e collabora con l’OSCOM (Osservatorio per la Comunicazione dell’Università Federico II di Napoli), con l’UNICAL (cattedra di filosofia politica) e con il centro di ricerca ICONE (Università San Raffaele di Milano), Presidente dell’associazione nazionale Amica sofia, è anche membro del Comitato di Indirizzo del Consiglio di Corso di Studio unificato in Filosofia e Storia, Scienze Filosofiche e Scienze Storiche dell’UNICAL. È stato allievo e collaboratore, tra gli altri, di Sergio Quinzio, Bruno Forte, Sergio Givone, Massimo Cacciari.
Tra i suoi volumi monografici, ricordiamo: Utopia del tramonto. Identità e crisi della coscienza europea, introduzione di M. Cacciari, Dedalo 2004; Teologia dell’ora nona. Il pensiero di Sergio Quinzio tra fede e filosofia, introduzione di A.G. Quinzio, Città Aperta 2006, seconda edizione Castelvecchi 2021; Dissoluzioni. La crisi dell’esperienza estetica tra arte e filosofia, prefazione di S. Givone, Rubbettino 2011; Gioacchino da Fiore. Attualità di un profeta sconfitto, Rubbettino 2015; Il dono di Prometeo, Diogene 2017. Ha curato e introdotto la prima traduzione italiana dell’opera Agli Ebrei di Gioacchino da Fiore (Rubbettino 1998, con prefazione di Bruno Forte) e l’antologia di scritti di estetica e filosofia della religione di R. G. Collingwood, con il titolo Lo svanire della ragione (Bonanno 2014).