Marcello Veneziani. I fiori del bene
Alessandro Manzoni pensatore e moralista
Veneziani afferma che è necessario recuperare tutta la tensione morale e filosofica che ha caratterizzato l’itinerario e la scrittura di Alessandro Manzoni: l’idea della Provvidenza, l’idea morale dell’umanità, l’intreccio tra la visione storica e la conoscenza dei sentimenti umani.
Si può parlare di una visione filosofica di Manzoni che è molto vicina a quella di Antonio Rosmini, pensatore dal quale è influenzato e che a sua volta influenza.Manzoni non è soltanto un romanziere e un poeta, ma è anche un pensatore e un moralista.
Manzoni, su suggerimento di Vincenzo Cuoco, legge La Scienza nuova di Giambattista Vico e da questa lettura trae lo spunto per la concezione della provvida sventura che è il filo conduttore che percorre I promessi sposi, ma anche altre sue opere.
È stato l’autore di riferimento dell’Italia post-risorgimentale e il suo romanzo è diventato il romanzo dell’identità nazionale, ma poi da più di cinquant’anni a questa parte è stato via via cancellato.Per queste ragioni ho pubblicato qualche anno fa un’antologia che ho voluto intitolare Manzoni, i fiori del bene perché mi è parso di leggere in alcuni scritti di Manzoni un filo conduttore che è esattamente agli antipodi dei Fiori del male di Baudelaire. Ossia, come Baudelaire ci ha mostrato il malessere dell’esistenza, così Manzoni ci ha dimostrato che anche nelle difficoltà e nelle tragedie della vita è possibile ravvisare un filo provvidenziale, uno spiraglio di luce.
Manzoni, che non è un ottimista ma un pessimista cristiano, mostra tuttavia fiducia nei confronti della storia.
C’è una lezione di umanità nel pensiero di Manzoni e una profondità nel descrivere i personaggi e la storia più grande di loro, il piano piccolo delle vicende personali e quello grande, storico e metastorico, che caratterizza l’orizzonte umano.
La vita un tempo era sottoposta ad un orizzonte ultraterreno che le dava significato, mentre oggi anche coloro che dovrebbero rappresentare questa apertura ultraterrena decidono di abdicare, quindi prima viene la salute e poi tutto il resto: non è più la fede la massima salute spirituale di un credente, ma la salute è la massima fede del credente e questa inversione segna già il dominio del nichilismo.
Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. Proviene da studi filosofici. Ha fondato e diretto riviste tra cui L’Italia Settimanale e Lo Stato. Ha scritto su vari quotidiani e settimanali: dal Corriere della Sera a La Repubblica, La Stampa, Libero, Il Messaggero, Panorama. Ha scritto a lungo su Il Giornale, chiamato da Montanelli e poi da Feltri, dove ha tenuto per anni la rubrica in prima pagina Cucù. È commentatore della Rai. Ha scritto vari saggi, tra i quali La rivoluzione conservatrice in Italia, Processo all’Occidente, Comunitari o liberal, Di Padre in figlio. Elogio della Tradizione, La cultura della destra e La sconfitta delle idee (editi da Laterza). I Vinti, Rovesciare il ’68, Dio, Patria e Famiglia. Dopo il declino (editi da Mondadori). È poi passato a temi esistenziali pubblicando saggi filosofico letterari come Vita natural durante dedicato a Plotino e La sposa invisibile, un viaggio carnale e metafisico tra le figure femminili. Per Mondadori ha pubblicato tra l’altro Il segreto del viandante, Amor fati, la vita tra caso e destino, Vivere non basta. Lettere a Seneca sulla felicità. L’ultimo suo libro, uscito da Mondadori, è Anima e Corpo. Viaggio nel cuore della vita. Per gli Oscar Mondadori è in libreria Ritorno a Sud. Ha poi pubblicato con Marsilio Lettera agli italiani (2015), Alla luce del mito (2016), Imperdonabili. Cento ritratti di autori sconvenienti (2017), Nostalgia degli dei (2019) e Dispera bene (2020). Inoltre: Tramonti (Giubilei regnani, 2017) e Dante nostro padre (2020), La Cappa (2021), Scontenti (2022) e L'amore necessario. La forza che muove il mondo (2024).