Maurizio Ferraris. Gianni Vattimo
Il pensiero debole
Gianni Vattimo, è stato uno dei maggiori filosofi del XX secolo, forse l’unico italiano tra i grandi interpreti del postmoderno.
La posizione filosofica di Gianni Vattimo è paragonabile a quella di Agostino, ma all’incontrario: mentre Agostino racconta la fine del mondo pagano e l’avvento del cristianesimo, tracciando un percorso che dalla storia e dal mondo porta verso la trascendenza, Vattimo fa il percorso inverso, ossia si muove dalla trascendenza verso il mondo. Non il mondo verso Dio, ma Dio verso il mondo: un’immagine profondamente cristiana, perché attraverso l’incarnazione Dio si fa uomo e entra nella storia.
In questo pensiero debole Vattimo ha trovato come punti di riferimento, il cattolicesimo come religione secolarizzata che trasforma il mito in rito e il comunismo, al quale però giunge molto dopo il 1989, in un momento in cui questa ideologia è diventata solo una specie di ricordo al quale si può fare riferimento per alimentare gli ideali di giustizia.L’idea di secolarizzazione, che è il processo che porta dalla trascendenza al mondo, è alla base del pensiero di Vattimo, definito pensiero debole. Il pensiero debole è il discendere dal fondamento mitico verso l’umano che è caduco e debole.
Il pensiero debole è un grande apparato di memorie e di sopravvivenze che ha come spirito il progetto di metterci al riparo dagli esisti, altrimenti catastrofici, della crisi dei fondamenti e della morte di Dio.
Maurizio Ferraris, filosofo italiano, è professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Torino, dove dirige il LabOnt (Laboratorio di ontologia). Editorialista di "La Repubblica", è inoltre direttore della "Rivista di Estetica", condirettore di "Critique" e della "Revue francophone d’esthétique". Fellow della Italian Academy for Advanced Studies (New York), della Alexander von Humboldt-Stiftung e del Käte Hamburger Kolleg "Recht als Kultur" di Bonn, Directeur d’études al Collège International de Philosophie, visiting professor alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e in altre università europee e americane. Ha scritto una cinquantina di libri tradotti in varie lingue. Tra i più recenti, segnaliamo Documentalità (2009), il Manifesto del nuovo realismo (2012), Filosofia per dame (2011), Anima e iPad (2011), Spettri di Nietzsche (2014), Mobilitazione totale (2015), Emergenza (2016), Mobilitazione totale (2016), L'imbecillità è una cosa seria (2016), Filosofia teoretica (2017), Postverità e altri enigmi (2017), Il denaro e i suoi inganni (2018, scritto insieme a John R. Searle). Del 2024 Imparare a vivere edito da Laterza.