Paolo Ercolani. Nascita e tramonto della democrazia
Dall'omicidio di Efialte a quello di Olof Palme
Il paradosso è che Pericle che è colui che è rimasto famoso come grande democratico, in realtà, aveva attuato una politica violentissima, caratterizzata da episodi come l’invasione dell’isola di Melo, raccontata da Tucidide.La storia della democrazia potremmo farla iniziare e finire con degli omicidi. Il primo è quello di Efialte, una figura autenticamente democratica, molto popolare nell’Atene del V secolo a. C., tanto che si narra che Pericle fosse entrato in competizione con lui. Plutarco, quando Efialte venne misteriosamente ucciso una sera dell’anno 461 a.C., scrisse che probabilmente il mandante dell’omicidio fosse stato proprio Pericle invidioso della popolarità di Efialte.
Una seconda tappa della storia della democrazia tradizionalmente raccontata nelle scuole è la Rivoluzione francese, che pure ghigliottinò Olympe de Gouges che aveva rivendicato i diritti delle donne all’interno della rivoluzione e alla fine finì per ghigliottinare anche molti altri rivoluzionari.
La storia della democrazia è sempre stata molto complicata e nessun grande pensatore prima del XX secolo ne ha mai parlato in termini favorevoli, anzi tante sono state le perplessità espresse contro un regime che, come diceva Platone, è il più a rischio di cadere nella tirannia.
Secondo molti interpreti, che parlano di postdemocrazia, la democrazia è finita nella seconda metà del secolo scorso, con due episodi: in Italia il delitto Moro, che stava cercando di porre fine alla negazione della democrazia, dovuta all’estromissione del partito comunista dalla partecipazione al governo, indipendentemente dagli esiti elettorali, dal 1978 ancora avvolto nel mistero e l’omicidio del primo ministro svedese Olof Palme in Svezia, che probabilmente è stato l’ultimo capo di governo europeo ad affermare il primato della politica e dei diritti dei cittadini sul mercato, che si era opposto alla guerra in Vietnam e che aveva difeso i regimi socialisti dell’America latina, anche lui ucciso in circostanze misteriose in una notte del 1986.Di fatto forse la democrazia, intesa come governo del popolo, è forse solo un’utopia, sicuramente è divenuta un’ideologia quando alcuni hanno preteso di esserne i portatori unici, fino ad arrogarsi il diritto di fare delle guerre in nome della sua esportazione.
Oggi bisogna riflettere sul fatto che il rischio del fallimento della democrazia potrebbe portare con sé il tramonto dell’occidente.
Paolo Ercolani insegna Filosofia dell’educazione, Storia della filosofia e Teoria e tecnica dei nuovi media presso l’Università di Urbino. Si occupa di liberalismo e del passaggio epocale dalla società industriale a quella in Rete. Scrive per varie testate, tra cui “L’Espresso” e ha collaborato con “la Lettura” del “Corriere della Sera” e con Rai Educational Filosofia. Fondatore e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio filosofico, è autore di vari articoli e libri, tra cui, Il Novecento negato. Hayek filosofo politico (Perugia 2006); System Error. La morte dell’uomo nell’era dei media (Perugia 2007); La storia infinita. Marx, il liberalismo e la maledizione di Nietzsche (Napoli 2011); L’ultimo Dio. Internet, il mercato e la religione stanno costruendo una società post-umana (Bari 2012); Qualcuno era italiano. Dal disastro politico all’utopia della Rete (Milano 2013); Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio (Venezia 2016); Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa (Venezia 2019) e Nietzsche l'iperboreo. Il profeta della morte dell'uomo nell'epoca dell'intelligenza artificiale (Genova 2022).