Gianluca De Candia. Arte o artificio?
Quando l'intelligenza artificiale prende il posto dell'artista
Con Margaret Boden (The Creative Mind: Myths and Mechanisms, London 1990) De Candia distingue tre forme di creatività: "esplorativa", "combinatoria" e "trasformativa" e, su questa base, introduce la sua tesi che, a differenza della creatività artificiale (che è una forma di creatività esplorativa-combinatoria) l'"aura" delle opere d'arte prodotte dall’uomo non si basa affatto sulla reazione del consumatore o sulle aspettative del committente, che sono secondarie.
Piuttosto essa emerge dal “framezzo” tra stati mentali, fisici, affettivi e spirituali che sono sempre pienamente presenti nella persona-artista e – in forma mediata – nella sua opera. Tuttavia, essi non possono essere localizzati singolarmente e quindi non possono essere estrapolati in modo da ricavarne un codice che possa poi essere imitato da un algoritmo (creato pur sempre dall'uomo).
Tutto ciò significa per De Candia, che oggi è certo inevitabile un ampliamento della semantica di ciò che può essere etichettato come "arte". Dopotutto, ottimi quadri generati dall'IA sono espressione di creatività esplorativa e combinatoria, cioè non “artefatti”, ma opere d'arte.
Tuttavia, le aspettative spesso acritiche di chi vuole dotare lo strumento della A.I. di caratteristiche quasi umane (come la coscienza, la capacità decisionale o la spontaneità) sono destinate a fallire. Per quanto infatti la complessità dei sistemi artificiali sia destinata ad aumentare, essi non produrranno mai intenzionalità (umana). In definitiva: il concetto di arte può essere ampliato, non quello di mente o spirito.
Una cosa rimane alla fine di certezza matematica: anche in futuro potremo aspettarci solo da artisti umani qualcosa che metta in scena una maniera completamente nuova di vedere e abitare il mondo. Non dunque i prodotti dell’intelligenza artificiale, ma essa stessa ne è la prova.
Gianluca De Candia è professore ordinario di Filosofia e dialogo con la cultura contemporanea presso la Kölner Hochschule für Katholische Theologie (KHKT) e uno dei protagonisti dello scambio filosofico transalpino. È autore della prima monografia in lingua tedesca sul pensiero di Massimo Cacciari (Der Anfang als Freiheit. Der Denkweg von Massimo Cacciari im Spannungsfeld von Philosophie und Theologie, Scientia & Religio Band 18, Verlag Karl Alber, Freiburg im Breisgau 2019). Per la prestigiosa collana “Philosophische Bibliothek” dell’Editore Felix Meiner di Amburgo ha tradotto la fondamentale opera di Luigi Pareyson: Verità e Interpretazione. Ultima pubblicazione: Der Sprung in den Glauben. Von der existenziellen Relevanz des Christentums, Herder Verlag, Freiburg i. Br. 2023. Il saggio è stato eletto come “libro religioso del mese, luglio 2023” dalle due associazioni rappresentative dell’editoria cattolica tedesca: il Sankt Michaelsbund e il Borromäusverein e.V.