Andrea Zhok. Heidegger e la filosofia pratica
Che cos'è filosofia
Nel video Andrea Zhok, professore di Filosofia morale presso l'Università degli Studi di Milano, intervistato in occasione delle III Giornate di Studio del Centro Studi di Critica Heideggeriana-CSCH su Che cos’è filosofia, che si sono tenute a Napoli dal 12 al 14 febbraio 2025, parla del tema del suo intervento alla Tavola Rotonda, alla quale ha partecipato con Adriano Ardovino e Adriano Fabris, dal titolo Heidegger e la filosofia pratica.
Una visione razionale del tutto che, da un lato, è ineludibile, dato che ciascuno di noi, che lo sappia o no, ha una visione del tutto, ma dall’altro si scontra con un’obiettiva difficoltà a far passare criteri veritativi, ossia un giudizio di verità in senso classico intorno al tutto. Alcuni di questi giudizi, che vengono presentati in forma scientifica come, per esempio, le teorie sulle origini dell’universo, quella del Big Bang o quella crezionista, sono invece due rappresentazioni di ordine metafisico, perché non possono essere soggette a verifiche. Tuttavia, dal punto di vista delle implicazioni etiche, differiscono radicalmente perché presentano due orientamenti esistenziali incomparabili: in una si rappresenta il mondo come casuale, nell’altra come teleologico. E questa è una questione ineludibile, da molto tempo rimossa in gran parte della discussione contemporanea.
Andrea Zhok (Trieste, 1967) si è formato studiando e lavorando presso le università di Trieste, Milano, Vienna ed Essex. È attualmente professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni monografiche ricordiamo: Il concetto di valore: dall’etica all’economia (2001), Lo spirito del denaro e la liquidazione del mondo (2006), Emergentismo (2011), La realtà e i suoi sensi (2012), Rappresentazione e realtà (2014), Libertà e natura (2017).
Il tema del rapporto di Heidegger con la filosofia pratica o etica è una questione cruciale, perché Heidegger ha provato, come nessun altro autore del Novecento, a parte il suo maestro Husserl, a costruire un’ontologia fondamentale. Un processo si interrompe alla fine degli anni Venti, quando si verifica una svolta della sua filosofia, relativa al tema della verità, che ha ripercussioni fondamentali di carattere etico, perché sembra venire meno la possibilità di fondare una rappresentazione metafisica, una visione razionale del tutto.
Una visione razionale del tutto che, da un lato, è ineludibile, dato che ciascuno di noi, che lo sappia o no, ha una visione del tutto, ma dall’altro si scontra con un’obiettiva difficoltà a far passare criteri veritativi, ossia un giudizio di verità in senso classico intorno al tutto. Alcuni di questi giudizi, che vengono presentati in forma scientifica come, per esempio, le teorie sulle origini dell’universo, quella del Big Bang o quella crezionista, sono invece due rappresentazioni di ordine metafisico, perché non possono essere soggette a verifiche. Tuttavia, dal punto di vista delle implicazioni etiche, differiscono radicalmente perché presentano due orientamenti esistenziali incomparabili: in una si rappresenta il mondo come casuale, nell’altra come teleologico. E questa è una questione ineludibile, da molto tempo rimossa in gran parte della discussione contemporanea.
Andrea Zhok (Trieste, 1967) si è formato studiando e lavorando presso le università di Trieste, Milano, Vienna ed Essex. È attualmente professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni monografiche ricordiamo: Il concetto di valore: dall’etica all’economia (2001), Lo spirito del denaro e la liquidazione del mondo (2006), Emergentismo (2011), La realtà e i suoi sensi (2012), Rappresentazione e realtà (2014), Libertà e natura (2017).