Eraldo Affinati racconta Isaac B. Singer

Un inesauribile repertorio di caratteri

Scrittore ebreo-polacco di lingua yiddish vissuto negli Stati Uniti, premio Nobel per la letteratura nel 1978, Isaac Bashevis Singer raggiunge nella forma narrativa del racconto il vertice della propria arte. "Un repertorio straordinario di caratteri umani e di errori in cui ognuno di noi può riconoscere qualcosa di se stesso", dice Eraldo Affinati.

Soprattutto nel periodo americano Singer fa sentire tutto lo scarto tra la sua formazione yiddish e il mondo moderno. Perduto in America, assume una dimensione narrativa bifocale: guarda le cose moderne mantenendo il suo sguardo antico.

Isaac B. Singer nasce a Leoncin il 21 novembre 1902. Scrive inizialmente in yiddish. Tra le sue opere: Satana a Goray (1935), La famiglia Moskat (1950), La fortezza (1957), Il mago di Lublino (1960), La proprietà (1969), Nemici: una storia d'amore (1972), Shosha (1978), Ombre sull'Hudson (2000) e le raccolte di racconti Gimpel l'idiota (1957), I due bugiardi (1961), Un amico di Kafka (1970), Una corona di piume (1973) e La morte di Matusalemme (1988). Muore a Miami il 24 luglio 1991.