Bevilacqua: storie che la realtà ha già raccontato

Il senso della scrittura

In questa intervista lo scrittore Alberto Bevilacqua ci spiega cosa vuol dire raccontare storie: 

Raccontare storie significa viverle. Significa anche avere la fortuna o la sfortuna di abitare in luoghi dove la vita degli altri che si traduce in storia è frequente. Io fin da ragazzo mi sono mosso negli ambienti del fiume, del Po, dell'Emilia più misteriosa e più dura, dove accadevano le cose più strane, dove vivevano delle comunità che non rientravano nella logica del vivere.

Alberto Bevilacqua (Parma, 1934 – Roma, 2013) scrive il suo primo romanzo, La Polvere, nel 1955. Nel 1962 esce la prima stesura di Una città in amore, ripubblicato in nuova stesura nel 1988. Il successo arriva nel 1964 con La Califfa, destinato a diventare anche un film di cui lo scrittore è regista, con Ugo Tognazzi e un’indimenticabile Romy Schneider interprete di Irene Corsini, che inaugura una straordinaria galleria di personaggi femminili sempre presenti nella densa produzione di Bevilacqua. Nel 1966 Questa specie d’amore vince il Premio Campiello. Seguono: L’occhio del gatto (1968) che ottiene il Premio Strega e Il viaggio misterioso (1972, Premio Bancarella). Tra le pubblicazioni più recenti ricordiamo: Il prete peccatore (2007), L'amore stregone (2009) e Roma califfa (2012).