Elio Vittorini si racconta
Le origini e gli esordi letterari dello scrittore siciliano
Lo scrittore siciliano Elio Vittorini parla della sua formazione, del suo impegno verso la società, del piacere di scrivere, delle questioni ideologiche del suo tempo, di Conversazioni in Sicilia, il suo libro più importante, e deii luoghi più significativi della sua vita, tra cui Milano.
Siracusa è una città di marinai e di contadini, contadini erano i miei congiunti per parte di madre, marinai invece i miei congiunti per parte di padre. Ma mio padre era ferroviere e questo mi portò a passare parecchi inverni della mia infanzia in una serie di piccole stazioni che posso ricordare come una sola, isolata in una meravigliosa campagna. Fu là che feci le mie prime grandi letture, prima e più grande di tutte quella di Robinson Crosue.
Elio Vittorini (Siracusa, 1908 – Milano, 1966), scrittore, critico letterario e traduttore, da ragazzo fa l'operaio; si rivela intorno al 1927, nell'ambiente fiorentino di Solaria; dopo la Liberazione dirige a Milano la rivista Il Politecnico (1945-47), di tendenza comunista; poi, presso l'editore Einaudi, la collezione letteraria I gettoni, che scopre nuovi scrittori; infine la collezione Medusa dell'editore Mondadori e, con Italo Calvino, i quaderni di letteratura Il menabò. Nei suoi primi racconti (Piccola borghesia, 1931; Il garofano rosso, 1933-35, Nei Morlacchi - Viaggio in Sardegna, 1936) oscilla fra una memoria proustiana e un realismo spesso crudo; ma con Conversazione in Sicilia (1941), comincia a trarre dal mondo dei ricordi figurazioni mitiche della vita del mondo offeso dal male. Dopo Uomini e no, romanzo ispirato alla Resistenza italiana, scrive Il Sempione strizza l'occhio al Fréjus (1947), Le donne di Messina e La garibaldina (1956). Raccoglie i suoi scritti critici, letterari e di costume in Diario in pubblico (1957). Diverse le pubblicazioni postume di sue opere.