Giuseppe Culicchia: il mestiere di tradurre
Tutti gli inconvenienti
Lo scrittore Giuseppe Culicchia e il suo punto di vista sul mestiere del traduttore (che lui fa saltuariamente e con libri che sceglie). La sua prima traduzione è stata quella di American Psycho di Brett Easton Ellis; gli è stata proposta da Marisa Caramella che lo aveva visto intervistare lo scrittore americano. La sua formazione si è basata sui grandi autori statunitensi.
Tradurre è un lavoro molto duro a cui non viene riconosciuto quello che gli spetterebbe. I traduttori in Italia vengono pagati pochissimo, è raro che quando esce una recensione si parli del lavoro del traduttore e si lavora troppo in fretta per tagliare i costi.
Giuseppe Culicchia nasce a Torino il 20 aprile 1965. Viene scoperto da Pier Vittorio Tondelli che publica alcuni suoi racconti nell'antologia Papergang-Under 25. Ispirato da autori come Hemingway, Carver, Bukowski e Bret Easton Ellis, esordisce nel 1994 con Tutti giù per terra da cui Davide Ferrario ha tratto l'omonimo film interpretato da Valerio Mastandrea. Le avventure del protagonista proseguono in Paso doble (1995). Tra i suoi lavori: Bla bla bla (Garzanti, 1997); Ambarabà (Garzanti, 2000); A spasso con Anselmo (Garzanti, 2001); Il paese delle meraviglie (Garzanti, 2004); Torino è casa mia (Laterza, 2005); Ecce Toro (Laterza, 2006); Ritorno a Torino dei signori Tornio (Einaudi, 2007); Un'estate al mare (Garzanti, 2007); Brucia la città (Mondadori, 2009); Sicilia, o cara (Feltrinelli, 2010); Ameni inganni (Mondadori, 2011); BA-DA-BUM! (Ma la Mole no) (Feltrinelli, 2013); Ma in seguito a rudi scontri (Rizzoli, 2014). Ha tradotto tra l'altro per Einaudi American Psycho (2001) e Lunar Park (2005) di Bret Easton Ellis; per Garzanti Lo sfidante di F.X. Toole (2001) e per Feltrinelli Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain (2005). Tra gli altri suoi libri: Torino è casa nostra (Laterza 2015), My Little China Girl (EDT 2015), Mi sono perso in un luogo comune (Einaudi 2016) e Il cuore e la tenebra (Modadori 2019).