Italo Svevo, ritratto di uno scrittore
La vita e le opere
Il filmato, tratto da un documentario del 1970, racconta la vita e l'opera dello scrittore Italo Svevo (pseudonimo di Ettore Schmitz, Trieste 1861 - Treviso 1928). La doppia ascendenza dello scrittore, italiana e tedesca, come ricorda lo pseudonimo da lui scelto, trova una perfetta corrispondenza nell’ambiente mitteleuropeo della città di Trieste, dove avvenne la sua formazione. Nel 1880 Svevo entra come impiegato nella filiale triestina di una banca viennese e da questa esperienza di lavoro origina l’ispirazione per il suo primo romanzo Una vita, del 1892, ignorato dalla critica del tempo. Non diversa sorte toccò al secondo romanzo Senilità del 1898, anch’esso autobiografico, e in seguito alla delusione, l’autore decise di abbandonare la letteratura, per dedicarsi all’attività commerciale. Solo dopo la fine della guerra, nel 1919, iniziò a scrivere La coscienza di Zeno, pubblicato nel 1923, che gli procurerà il successo. Il romanzo è la storia dei rapporti di Svevo con la psicanalisi, una sorta di diario scritto dal protagonista dietro suggerimento di uno psicanalista che l’ha avuto in cura. Il filmato termina con un brano tratto dallo sceneggiato televisivo La coscienza di Zeno, del 1966 di Daniele D’Anza, interpretato da Alberto Lionello. L'incipit del romanzo:
Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s'intende, sa dove piazzare l'antipatia che il paziente mi dedica. Di psico-analisi non parlerò perché qui dentro se ne parla già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità.
Ma egli era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che l'autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste memorie.
Italo Svevo (Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928), il cui vero nome era Aaron Ettore Schmitz, nel 1880 entra come impiegato nella filiale triestina di una banca viennese e da questa esperienza di lavoro trae ispirazione per il suo primo romanzo Una vita, del 1892, ignorato dalla critica del tempo. Non diversa sorte tocca al secondo romanzo Senilità del 1898, anch’esso autobiografico, ed in seguito alla delusione, l’autore decide di abbandonare la letteratura, per dedicarsi all’attività commerciale. Solo dopo la fine della guerra, nel 1919, inizia a scrivere La coscienza di Zeno, pubblicato nel 1923, che finalmente ha successo.