Jacopone da Todi contro la corruzione
Un ritratto di Guido Davico Bonino
O iubelo del core,
che fai cantar d’amore!
Quanno iubel se scalda,
sì fa l’omo cantare,
e la lengua barbaglia
e non sa che parlare:
dentro non pò celare,
tant’è granne ’l dolzore.
Quanno iubel è acceso,
sì fa l’omo clamare;
lo cor d’amor è appreso,
che nol pò comportare:
stridenno el fa gridare,
e non virgogna allore.
Quanno iubelo ha preso
lo core ennamorato,
la gente l’ha ’n deriso,
pensanno el suo parlato,
parlanno esmesurato
de che sente calore.
O iubel, dolce gaudio
ched entri ne la mente,
lo cor deventa savio
celar suo convenente:
non pò esser soffrente
che non faccia clamore.
Chi non ha costumanza
te reputa ’mpazzito,
vedenno esvalïanza
com’om ch’è desvanito;
dentr’ha lo cor ferito,
non se sente da fore.
Guido Davico Bonino, torinese, è stato professore di Letteratura italiana e di Storia del Teatro, critico teatrale de "La Stampa", autore di programmi Rai, esponente di spicco della casa editrice Einaudi; ha diretto il Teatro Stabile di Torino e l'Istituto italiano di Cultura di Parigi. Tra i suoi libri: Lunario dei giorni di quiete (1997), Lunario dei giorni d'amore (1998), Lunario di fine millennio (1999), Alfabeto Einaudi. Scrittori e libri (2003), Incontri con uomini di qualità. Editori e scrittori di un'epoca che non c'è più (2013).