La formazione di Vincenzo Consolo

La guerra e la scoperta dei libri

Vincenzo Consolo ricorda la sua formazione in una famiglia numerosa sotto la guerra. Una mattina il suo paese fu svegliato dalle cannonate. Scapparono in campagna, erano otto figli. Da lì videro i tentativi degli americani di sfondare la linea di difesa dei tedeschi. Un cugino di suo padre aveva una grande biblioteca; non gli faceva portare via i libri, doveva leggerli sul tavolo di cucina. Ricorda anche la dichiarazione di guerra di Mussolini: il proclama venne diffuso da un altoparlante. Il padre inorridì, era un uomo libero, molto razionale.   

Non ho avuto delle letture di libri per ragazzi, libri per l'infanzia, sono passato subito ai classici.

Vincenzo Consolo nasce a a Sant’Agata di Militello (Messina) il 18 febbraio 1933. Fin dagli anni cinquanta si sposta a Milano. Terminati gli studi di giurisprudenza tra Milano, dove studia all’Università Cattolica, e Messina, dove si laurea con una tesi in Filosofia del Diritto, insegna nelle scuole agrarie in Sicilia, tornando poi nel capoluogo lombardo per lavorare in RAI. Esordisce nel 1963 con La ferita dell’aprile e nel 1976pubblica Il sorriso dell’ignoto marinaio, il suo capolavoro. Altrettanto significativi sono Retablo (Palermo,1987), Nottetempo, casa per casa (Milano, 1992), L’olivo e l’olivastro (Milano, 1994), Lo Spasimo di Palermo (Milano, 1998), Di qua dal faro. Tra i racconti: Le pietre di Pantalica (Milano,1988), Per un po’ d’erba ai limiti del feudo (in Narratori di Sicilia a cura di L. Sciascia e S. Guglielmino, Milano, 1967), Un giorno come gli altri (in Racconti italiani del Novecento a cura di E. Siciliano, Milano, 1983), il racconto teatrale Lunaria (Torino, 1985), Catarsi. Tra i saggi: Nfernu veru. Uomini e immagini dei paesi dello zolfo (1985), La pesca del tonno in Sicilia ( Palermo 1986), Il barocco in Sicilia ( Milano, 1991), Vedute dallo stretto di Messina (Palermo, 1993). Muore a Milano il 21 gennaio 2012.