Maria Luisa Spaziani e l'umorismo di Montale
L'incontro tra la ragazza e il poeta
A Maria Luisa Spaziani, che conosceva a memoria quasi tutti gli Ossi di seppia, avevano parlato male di Montale e lei era decisa a non incontrarlo. Poi capitò per caso che al Teatro Carignano nel '49 presentassero e Montale mostrò di ricordarsi della rivistina di poesia che lei dirigeva; presa di sorpresa la ragazza venticinquenne lo invitò a cena a casa dei suoi e fu l'inizio di un lungo sodalizio. Spaziani ha scritto un libro Montale e la Volpe in cui ha raccolto i ricordi del rapporto con il grande poeta.
Eugenio Montale quando c'erano poche persone aveva un senso umoristico straordinario: era divertente, paradossale, diceva che se tutte le sere noi pensassimo alla giornata che abbiamo vissuto ci troveremmo qualcosa di comico.
Maria Luisa Spaziani nasce a Torino il 7 dicembre 1922. Poetessa e traduttrice muore il 30 giugno 2014.
Eugenio Montale (Genova, 1896 – Milano, 1981) è stato uno dei più importanti poeti italiani del Novecento, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1975. Dopo l'infanzia in Liguria, il giovane poeta è nella Torino di Gobetti, poi a Firenze, dove dirige il Gabinetto Vieusseux, in seguito lavora come redattore al Corriere della sera. Nel '67 è nominato senatore, nel '75 riceve il Premio Nobel. Muore nel 1981. Le sei raccolte di Montale sono: Ossi di seppia (1925), Le occasioni (1939), La bufera ed altro (1956), Satura (1971), Diario del '71 e del '72 (1974), Quaderno di quattro anni (1977), e contengono una poesia che, partendo dal vero, aspira ad essere prosa, senza però mai diventarlo, per la sua connaturata tensione alla musicalità. Dal punto di vista del contenuto, emerge in Montale il valore insopprimibile dell'esistenza, espresso dal paesaggio ligure, così come le figure di donne amate e protettrici, temi a cui si accompagna la convinzione che lo "stoicismo morale" sia la sola ricetta contro un destino negativo a tutti i livelli, anche politico e civile.