Matteo Motolese: lo spazio, il tempo, la lingua nelle Città invisibili
Nel libro Le città invisibili Italo Calvino attua una sospensione del tempo giocando attraverso l’imitazione del suo modello, Il Milione di Marco Polo, nel filmato il commento di Matteo Motolese, docente di Linguistica italiana alla Sapienza Università di Roma.
Le città invisibili è un libro che ha all'interno come parte strutturale una sorta di sospensione del tempo, e dal punto di vista della lingua questa sospensione si manifesta molto bene nel modo in cui Calvino gioca in un certo senso con quello che è il suo modello, perché come sappiamo Le città invisibili sono di fatto una riscrittura del Milione di Marco Polo, in cui Calvino fa finta di scrivere un altro Milione, ma la descrizione di queste città è qualcosa che parte nel Medioevo e arriva a descrivere città che ci sono intorno, e cioè città contemporanee.
Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas de La Habana il 15 ottobre 1923, figlio di due scienziati (il padre è agronomo, la madre biologa). Si trasferisce in Italia con la famiglia e frequenta le scuole a Sanremo. Terminato il liceo si iscrive ad Agraria, ma interrompe l'Università per evitare l'arruolamento forzato e dopo l'8 settembre si unisce alle brigate partigiane nella Brigata Garibaldi. Nel 1944 entra nel Pci e alla fine della guerra ne diventa militante attivo. Si laurea alla facoltà di lettere di Torino e nel frattempo inizia a collaborare a riviste (tra cui il Politecnico di Vittorini) e quotidiani. Entra a lavorare all'Einaudi e nel 1950 viene assunto definitivamente come redattore. Iniziano i questi anni le prime uscite dei suoi romanzi, tutti accolti con grande stima dalla critica internazionale. Nel 1964 sposa all'Avana Esther Judith Singer e l'anno successivo nasce la figlia Giovanna. Nel 1966 si trasferisce a Parigi con la famiglia. Inizia a collaborare con il Corriere della Sera, quindi con La Repubblica su cui scrive fino al 1984. Nel 1980 una raccolta dei suoi saggi viene pubblicata con il titolo di Una Pietra Sopra e nello stesso anno si trasferisce a Roma. Nel 1983 pubblica Palomar, una serie di racconti ricchi di “disillusa amarezza” e l’anno dopo presso Garzanti, pubblica Collezione di Sabbia. Nel 1985 invitato a tenere una serie di lezioni a Cambridge alla Haward University, prepara le Lezioni Americane che verranno pubblicate postume nel 1988. Colpito il 6 settembre da ictus, muore a Castiglione di Pescaia nella notte fra il 18 e il 19. Tra i suoi libri più letti: Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili, Se una notte d'inverno un viaggiatore.