Paolo Giordano, Divorare il cielo
Un'utopia pugliese
Se quei tre ragazzi non fossero andati di notte a buttarsi nella sua piscina, il destino di Teresa sarebbe stato diverso. Lei ha quattordici anni quando li vedi tutti nudi schizzarsi e ridere della loro bravata, e "famelica di qualsiasi contatto umano" com'è, lei torinese in vacanza nella villa della nonna in Puglia, non può che andare a cercarli, e una volta che li avrà trovati la sua vita sarà segnata per sempre. Nicola, Tommaso e Bern vivono nella masseria vicina alla villa con i genitori del primo, una coppia molto religiosa e molto alternativa. Ad affascinare Teresa è l'enigmatico Bern, con cui comincia una relazione che le toglie il respiro e la fa palpitare dal desiderio anche una volta tornata a Torino. La vicenda raccontata in Divorare il cielo, il nuovo libro di Paolo Giordano, uscito da Einaudi, copre un arco temporale di vent'anni: Bern sparisce e Teresa smette di passare le estati dalla nonna; al funerale di questa lo rivede e abbandona la famiglia e l'università per restare con lui nella masseria con altre due coppie; quando il progetto di una comune dedita all'"agricoltura del non fare", rispettosa dei ritmi naturali, fallisce e il gruppo si scioglie, loro puntano tutto su un figlio, e non riuscendo ad averlo, tentano l'inseminazione artificiale; si lasciano e prima del finale in masseria c'è persino una parentesi islandese. Ricco di temi, salti temporali, rivelazioni a sorpresa, colpi di scena, Divorare il cielo conferma il talento narrativo di Giordano, la sua capacità di inchiodare un momento apparentemente insignificante della vita delle persone e di caricarlo emotivamente fino all'inverosimile.
Bern, il protagonista di questo libro, è nato prima di Divorare il cielo, ho avuto la visione di questo personaggio che per me era un buco nero, è sempre stato un buco nero e dunque qualcosa di inconoscibile, e che quindi non poteva raccontare se stesso, soltanto gli altri potevano raccontarlo, affascinati e attratti del suo mistero.
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. È autore di quattro romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014) e Divorare il cielo (Einaudi 2018). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il Corriere della Sera.