Marcel Proust secondo François Mauriac
L'uomo che si lasciò divorare dalla sua opera
Lo scrittore francese François Mauriac, premio Nobel per la letteratura nel 1952, ricorda in un'intervista l'addio di Parigi a Marcel Proust (1871-1922). Sull'immagine della maschera funebre dell'autore della Recherche, Mauriac rievoca la consunzione totale del corpo di Proust, e la folla che si riunisce per il suo funerale.
Scrisse la parola fine in fondo alla sua opera e morì. Andai a visitarlo sul suo letto di morte, dava veramente l'impressione di una consunzione totale, era, se mi è concessa l'espressione, quello che restava di un uomo che si era lasciato divorare giorno per giorno dalla sua opera.
François Mauriac nasce a Bordeaux nel 1885. Dopo una raccolta di versi, Les mains jointes (1909), che rivela la sua tormentata ispirazione cattolica, trova la sua strada nel romanzo affermandosi con La chair et le sang (1920), Préséances (1921), Le baiser au lépreux (1922), Genitrix (1924), Le désert de l'amour (1925), e infine Thérèse Desqueyroux (1927), uno dei suoi capolavori. In queste opere c'è già tutta la sua tematica di cattolico che scrive romanzi: il suo senso profondo della fatalità del male e della sventura, e della possibilità della grazia; l'uomo sospeso fra il nulla e la salvezza, fra la perdizione e la gloria. Scrive anche una serie di saggi, di biografie, e opere teatrali. Durante la seconda guerra mondiale pubblica, sotto lo pseudonimo di Forez, Le cahier noir (1943), e dopo la liberazione si dedica prevalentemente al giornalismo, collaborando all'Express e quindi al Figaro littéraire. Negli ultimi anni torna al romanzo con Un adolescent d'autrefois (1969). Nel 1952 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura.
Marcel Proust (Parigi, 1871 – 1922) scrittore, saggista e critico letterario, è ancora oggi uno degli autori francese più tradotti al mondo. La sua opera più nota è il romanzo in sette volumi Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu), pubblicato tra il 1913 e il 1927. La Recherche è una delle opere più importanti della letteratura europea del Novecento. Proust vi descrive in maniera minuziosa e dettagliata i vizi e le virtù della società del suo tempo, mettendoli in relazione alla sua struggente sensibilità. Proust è anche lo scrittore della memoria, capace di rievocare ricordi attraverso l’uso dei sensi. La sua “Memoria involontaria” è il cardine su cui si sviluppa tutta la sua opera letteraria, e il concetto di "Madeleine" è diventato antonomasia del dettaglio capace di risvegliare i ricordi. Ricordiamo inoltre tra le alte sue opere I piaceri e i giorni (1896), la novella L'indifferente (1896) e il romanzo incompiuto Jean Santeuil (1952), la cui prima traduzione italiana fu stilata da Franco Fortini.