Raffaele La Capria e il paradiso in terra
L'autore sul suo libro del 1961
Raffaele La Capria, premio Strega nel 1961 con il romanzo Ferito a morte, racconta con sentimento ma senza amarezza la nostalgia di un tempo ormai perduto, ricordando quando il mare di Napoli era una luminosa trasparenza nella quale immergersi e vedere "vavose, guarracini, ajate e pinterré". E ancora
Quelli che hanno la mia età, io ho novant' anni, dividono il mondo in due ere: quella prima del ‘42, quando la terra e il cielo e il mare erano quelli che sono sempre stati dall’origine dei tempi, e dopo la guerra, la seconda guerra mondiale, quando la terra e il cielo e il mare sono stati diversi da come sono stati sempre.
Raffaele La Capria nasce a Napoli l’ 8 ottobre 1922. Dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Università di Napoli nel 1947 e dopo aver soggiornato in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, nel 1950 si trasferisce a Roma. Nel 1957 frequenta a Harvard l'International Seminar of Literature. Collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera; dal 1990 è condirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti. È autore di radiodrammi per la Rai. È stato anche co-sceneggiatore di molti film di Francesco Rosi, tra i quali Le mani sulla città (1963) e Uomini contro (1970) e ha collaborato con Lina Wertmüller alla sceneggiatura del film Ferdinando e Carolina. Ha esordito con il romanzo Un giorno d'impazienza nel 1952. Il suo secondo libro, Ferito a morte, è uscito quasi dieci anni dopo, nel 1961, vincendo il premio Strega. Nel 1982 ha raccolto i tre romanzi Un giorno d'impazienza, Ferito a morte e Amore e psiche (1973) nel volume Tre romanzi di una giornata. Ha pubblicato anche raccolte di racconti come La neve del Vesuvio, Fiori giapponesi (1979), il racconto Colapesce (1997) e si è dedicato molto alla saggistica, pubblicando, tra gli altri, False partenze (1964), Il sentimento della letteratura (1997) e un'autobiografia, Cinquant'anni di false partenze (2002). Altri suoi scritti (come le raccolte La mosca nella bottiglia, Lo stile dell'anatra e La bellezza di Roma) sono di tipo civile. Nel 2003 le opere di Raffaele La Capria sono state pubblicate in un volume della prestigiosa collana "I Meridiani", a cura di Silvio Perrella; una nuova edizione riveduta e aggiornata, in due volumi, è stata pubblicata nel 2015. La Capria ha anche tradotto opere per il teatro di autori come Jean-Paul Sartre, Jean Cocteau, T. S. Eliot, George Orwell.