Rosetta Loy, Gli anni fra cane e lupo
Per non dimenticare
Negli Anni fra cane e lupo, 1969-1994 Il racconto dell'Italia ferita a morte, Rosetta Loy si discosta dall'ambito narrativo a lei consueto per affrontare le pagine buie degli attentati terroristici, delle stragi di mafia, dei misteri italiani. Lo fa usando lo strumento della cronologia: anno dopo anno, dal 1969 al 1994, mette in fila i nomi delle vittime e quelli degli assassini, ricostruisce la durata dei processi, i loro esiti spesso ingarbugliati e non definitivi. L'idea è quella di fissare il ricordo perché gli omicidi non restino impuniti, i mandanti non godano dell'oblio; pochi gli interventi più personali in corsivo, proprio per dare spazio ai fatti storici. Un libro animato da una forte passione civile che scuote la coscienza dei lettori.
Devo dire che il percorso che ho fatto scrivendo è un percorso che ha illuminato anche me, perché quando ho cominciato non sapevo bene dove sarei andata a finire, e invece ho scoperto tante cose perché ho dovuto documentarmi tantissimo.
Rosetta Loy nasce a Roma nel 1931, ultima di quattro figli. Dopo l’esordio con il romanzo La bicicletta del 1974, che le è valso il premio Viareggio Opera prima, ha scritto vari romanzi, tra i quali il più importante è Le strade di polvere, che narra la storia di una famiglia monferrina dalla fine dell’età napoleonica ai primi anni dell’Italia unita. Pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1987 e ripubblicato nel 2007, ha conseguito numerosi premi letterari. Nel 2005 la Loy ha vinto il premio Bagutta con Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria. Tra le altre sue opere sono da annoverare anche quelle giovanili scritte dopo La bicicletta: La porta dell’acqua (Einaudi 1976), L’estate di Letuchè (Rizzoli 1982), All’insaputa della notte (Garzanti 1984), cui sono seguite le opere più mature come Sogni d’inverno (Mondadori 1992), Cioccolata da Hanselmann (Rizzoli 1995), Ahi, Paloma (Einaudi 2000), La prima mano (Rizzoli 2009). Nel 2010 ha pubblicato anche il racconto Cuori infranti per l’editore Nottetempo. Un posto a sé nella sua produzione ha il libro a metà tra il saggio e la narrativa La parola ebreo (Einaudi 1997), la storia di una famiglia romana nel periodo delle leggi razziali, che ha vinto i premi Fregene e Rapallo-Carige. Ha tradotto per la collana Scrittori tradotti da scrittori di Einaudi Dominique di Fromentin e La principessa di Clèves di Madame de La Fayette. Le sue opere sono state tradotte in tutte le lingue principali. Muore a Roma il 1 ottobre 2022.