Antonio Tabucchi: quando si sogna in un'altra lingua

Il romanzo Requiem

Il libro Requiem, Antonio Tabucchi l'ha scritto in portoghese, che non è la sua lingua materna. In questa intervista parla del suo rapporto con la traduzione e in particolare della sua profonda conoscenze della lingua portoghese che gli ha permesso di tradurre Fernando Pessoa:

 Io sono un alloglotta, il portoghese l'ho imparato da grande. Dopo l'ho assorbito in modo tale che è diventata la mia lingua, l'ho adottato. Quando sogni in un'altra lingua, quella lingua è tua. Non è più uno strumento di comunicazione razionale ma appartiene all'inconscio.

Requiem è nato da un sogno che riguardava suo padre, che gli parlava in portoghese.Provò a trascriverlo e in italiano non gli veniva. Scrivere in un'altra lingua è un'avventura curiosa, è come conoscere un mondo sconosciuto. In italiano l'ha tradotto un amico, Sergio Vecchio.

Antonio Tabucchi nasce a Pisa il 24 settembre 1943. Si laurea nel 1969 con una tesi sul Surrealismo in Portogallo, si perfeziona alla Scuola Normale Superiore di Pisa negli anni Settanta e nel 1973 viene chiamato ad insegnare lingua e letteratura portoghese a Bologna. Il suo primo romanzo è Piazza d'Italia (1975). Pubblica i racconti: Il gioco del rovescio, 1981; Piccoli equivoci senza importanza, 1985; L'angelo nero, 1991 e i romanzi: Notturno indiano, 1984; Il filo dell'orizzonte, 1986; Requiem, scritto in portoghese, 1991, tradotto in italiano nel 1992; Sostiene Pereira, 1994; La testa perduta di Damasceno Monteiro, 1997. Per il teatro scrive I dialoghi mancati (1988). Cura un'antologia dell'opera di Fernando Pessoa (Una sola moltitudine, due volumi, 1979-84), autore al quale dedica gran parte della propria attività di studioso. Muore a Lisbona il 22 marzo 2012. Nel 2018 la sua opera omnia è stata raccolta in due volumi.