Marco Vitale, Gli anni
Trent'anni di versi
Trent'anni di versi, cinque raccolte di poesia e una silloge di inediti: Gli anni di Marco Vitale è uscito da Aragno editore. “Restituire un percorso, e con esso i segni del suo tempo” questo l’intento della raccolta tutta giocata tra assenza e presenza, in una costante dimensione dialogica. Con Marco Vitale a Tempo di libri abbiamo scelto alcune letture esemplificative delle varie raccolte. Chiude un inedito. Marco Vitale è per Giancarlo Pontiggia “un poeta dalla voce così personale, ma non vistosa; dai pensieri così profondi, ma non esibiti; dalla lingua poetica di una grazia sovranamente immaginosa, e che però non disdegna le forme più preziose e arcaizzanti della nostra lingua”.
Marco Vitale è nato Napoli nel 1958, ha vissuto a Venezia, Roma, Parigi, Charleville, Ferrara e dal 1989 risiede stabilmente a Milano, dove al lavoro di funzionario di biblioteca presso il Politecnico unisce le collaborazioni editoriali e la traduzione letteraria. In poesia ha pubblicato: Monte Cavo, Edizione del Giano 1993 (testi scelti da Dario Bellezza, prefazione di Alberto Toni); L’invocazione del cammello, Amadeus 1998, con una nota di Gabriella Caramore (premio Alpi Apuane, segnalazione al premio Montale e al premio Gatto); Il sonno del maggiore, racconto in versi con quattro grandi maniere nere di Giulia Napoleone, Il Bulino 2004 (ora in Bona vox, Jaca Book 2010 a cura di Roberto Mussapi); Luna d’eclissi, Lietocolle 2004, con prefazione di Giancarlo Pontiggia; Canone semplice, Jaca Book 2007 (nella collana I poeti diretta da Roberto Mussapi), finalista ai premi di poesia Lago di Orta e Frascati; Come da un lungo sonno, Il Bulino 2010, edizione d’arte realizzata dallo scultore Carlo Lorenzetti. Una sua silloge di testi poetici, tradotta in tedesco da Maja Pflug, è uscita a Mendrisio presso Josef Weiss Editore nel giugno 2008 col titolo Ein Winter. Dallo stesso editore ha pubblicato nel 2011 il racconto Port’Alba.Anche gli stormi hanno lasciato
il gomito gentile che la Mosa
disegna al ponte privo di bandiere
Gli stormi un po’ inquietanti che vedevi
ancor ieri tornando
con me dentro una sera tutta nostra
e pungente, anche gli stormi