Veronica Galletta, Le isole di Norman

Un romanzo a spirale

Con Le isole di Norman (casa editrice Italo Svevo) Veronica Galletta ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2020. Il romanzo, ambientato nell’isola di Ortigia, racconta le giornate di Elena, che si è iscritta alla facoltà di geologia ma passa il tempo a casa con i genitori o in giro senza meta. Il padre insegna matematica, ha il diabete, militava in un partito, cucina parmigiane di melanzane come antidoto ai mali della vita; la madre legge e sta chiusa in un suo mondo finché un giorno scompare. Elena disegna mappe e dissemina romanzi in giro per le strade sperando che sua madre li trovi; riflette ossessivamente sul suo passato; si chiede la ragione delle cicatrici che porta addosso (da bambina si è rovesciata una pentola di acqua bollente sulla schiena e sulle gambe, ma chi c’era con lei? Di chi è stata la colpa?). L’incontro con un ragazzo che disegna sui marciapiedi e sembra conoscerla da sempre scioglie alcuni nodi e Elena, dopo tanto riflettere, si scopre pronta a partire. 


Mi sembra di essere qua, oggi, ad aspettare qualcosa, ma qualcosa del passato. Come se domani mi dovessi rialzare e diventare non un giorno più vecchia, ma un giorno più giovane. E così, giorno dopo giorno, fino all’inizio. Fino a quando aspettavo la neve dietro a un vetro, lo scuolabus all’angolo della strada. Fino alla pentola rossa. È questo che mi volevi dire mamma? Dobbiamo tornare indietro a quel tempo.

Veronica Galletta è nata a Siracusa nel 1971 e vive a Livorno da alcuni anni. Di formazione ingegnere, ha scritto racconti pubblicati su diverse riviste letterarie, tra cui «Abbiamo le prove», «Colla», «L’inquieto» e «Flanerí». Nel 2015, con Le isole di Norman, è stata finalista della XXVIII edizione del Premio Calvino e nel 2020 ha vinto il Premio Campiello Opera Prima.