Didattica di emergenza e riapertura - Voci dalla scuola
Francesco Alario, Emanuele Caroppo
Il volume di Francesco Alario e Emanuele Caroppo, Didattica di emergenza e riapertura, Voci dalla scuola, pubblicato da Castelvecchi, si propone come una ricognizione a vasto raggio delle iniziative poste in atto in Italia dalle scuole elementari fino ai licei per fronteggiare la sospensione della didattica in presenza a causa dell’epidemia di Coronavirus e una ricognizione degli effetti di queste iniziative sugli studenti e sulle loro famiglie.
Nella prefazione al testo, Gino Roncaglia sottolinea come la didattica a distanza richieda sempre progettazione: passata la fase dell’emergenza, al momento della riapertura delle scuole, diventa fondamentale condividere le esperienze, discutere, elaborare nuovi modelli. La scuola italiana, chiusa ufficialmente il 4 marzo 2020 su tutto il territorio nazionale, non si è mai fermata, ha saputo reagire, e nella maggior parte dei casi ha impegnato i ragazzi, e ne ha tutelato l’aspetto psicologico.
Al momento dell’emergenza pochissime scuole avevano esperienza di DaD (Didattica a distanza): Alario e Caroppo hanno sottoposto a dirigenti scolastici, insegnanti, direttori amministrativi, collaboratori scolastici, genitori e studenti una serie di domande per capire come è stato gestito e vissuto questo passaggio repentino alle lezioni virtuali. Tra le criticità emerse dalle risposte degli interessati balza in primo piano l’accentuazione delle differenze sociali: ragazzi già in difficoltà dal punto di vista economico e sociale non hanno seguito le lezioni come quelli più favoriti a livello familiare e di supporti tecnologici.
I bambini della prima elementare, alle prese con l’alfabetizzazione di base hanno sofferto di più della mancanza dell’insegnamento diretto, così come gli alunni disabili; a tutti è mancata la dimensione internazionale, ormai largamente acquisita (viaggi d’istruzione, scambi culturali con paesi esteri); tornare in aula per l'esame di maturità è stato visto positivamente dalla maggioranza dei maturandi.
Molti i mezzi a disposizione della Scuola, da quelli approntati dal Ministero, così come dall’Istituto Treccani e dalla Rai che, come rileva Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura, ha saputo rilanciare in quest’occasione il suo ruolo di servizio pubblico. Gli esperti consultati dagli autori concordano nel suggerire che la scuola debba rivedere alcune delle sue opzioni formative di fondo: come sostiene Roberto Maragliano, “non è questione di strumenti, è questione di saperi”. L’investimento sulla scuola è il più sicuro e redditizio per il futuro dell’Italia; solo partendo da questa consapevolezza si può ragionare sul futuro della didattica in ogni sua forma.
Francesco Alario, educatore, parte della commissione ministeriale per la riforma dei Licei europei e internazionali, consulente del Rettore del Convitto Nazionale di Roma.
Emanuele Caroppo, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica. Si occupa di comunicazione mediata dal computer negli ambiti clinici e di formazione.
Nella prefazione al testo, Gino Roncaglia sottolinea come la didattica a distanza richieda sempre progettazione: passata la fase dell’emergenza, al momento della riapertura delle scuole, diventa fondamentale condividere le esperienze, discutere, elaborare nuovi modelli. La scuola italiana, chiusa ufficialmente il 4 marzo 2020 su tutto il territorio nazionale, non si è mai fermata, ha saputo reagire, e nella maggior parte dei casi ha impegnato i ragazzi, e ne ha tutelato l’aspetto psicologico.
Al momento dell’emergenza pochissime scuole avevano esperienza di DaD (Didattica a distanza): Alario e Caroppo hanno sottoposto a dirigenti scolastici, insegnanti, direttori amministrativi, collaboratori scolastici, genitori e studenti una serie di domande per capire come è stato gestito e vissuto questo passaggio repentino alle lezioni virtuali. Tra le criticità emerse dalle risposte degli interessati balza in primo piano l’accentuazione delle differenze sociali: ragazzi già in difficoltà dal punto di vista economico e sociale non hanno seguito le lezioni come quelli più favoriti a livello familiare e di supporti tecnologici.
I bambini della prima elementare, alle prese con l’alfabetizzazione di base hanno sofferto di più della mancanza dell’insegnamento diretto, così come gli alunni disabili; a tutti è mancata la dimensione internazionale, ormai largamente acquisita (viaggi d’istruzione, scambi culturali con paesi esteri); tornare in aula per l'esame di maturità è stato visto positivamente dalla maggioranza dei maturandi.
Molti i mezzi a disposizione della Scuola, da quelli approntati dal Ministero, così come dall’Istituto Treccani e dalla Rai che, come rileva Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura, ha saputo rilanciare in quest’occasione il suo ruolo di servizio pubblico. Gli esperti consultati dagli autori concordano nel suggerire che la scuola debba rivedere alcune delle sue opzioni formative di fondo: come sostiene Roberto Maragliano, “non è questione di strumenti, è questione di saperi”. L’investimento sulla scuola è il più sicuro e redditizio per il futuro dell’Italia; solo partendo da questa consapevolezza si può ragionare sul futuro della didattica in ogni sua forma.
La scuola non è solo luogo dell’insegnamento di conoscenze esplicite che chiamiamo materie, la scuola è soprattutto luogo di trasmissione e apprendimento di conoscenze sociali implicite. La scuola è il punto cruciale di passaggio da una conoscenza, abilità e cultura di clan a una di tipo sociale. La scuola ci rende esseri umani prendendosi cura di noi, della nostra formazione culturale e sociale, distinguendoci così dagli altri animali e rendendoci cittadini del mondo capaci di riflettere e immaginare un futuro, il migliore e il più sostenibile e democratico per ogni individuo e per tutta la collettività a cui lo stesso appartiene.
Francesco Alario, educatore, parte della commissione ministeriale per la riforma dei Licei europei e internazionali, consulente del Rettore del Convitto Nazionale di Roma.
Emanuele Caroppo, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica. Si occupa di comunicazione mediata dal computer negli ambiti clinici e di formazione.