Lisa Ginzburg, Cara pace
Tra sorelle
Madre di due figli e moglie di un diplomatico francese, Maddalena vive a Parigi. Le sue giornate sono piene di impegni pratici e appena può fa lunghe passeggiate in giro per la città. Mantiene un legame molto forte con la sorella Nina, la scombinata delle due, che da New York l’aggiorna continuamente su whatsapp su quanto le capita. Un giorno Maddalena si sveglia con il desiderio di tornare da sola a Roma, la città in cui è cresciuta, e da quel momento si riaccendono i ricordi della sua infanzia, prima con entrambi i genitori, poi dopo la loro improvvisa e tempestosa separazione solo con il padre e infine, dopo il trasferimento di lui a Milano, con una tata affettuosa. In Cara Pace, pubblicato da Ponte alle Grazie, Lisa Ginzburg parla di una donna segnata dal naufragio della propria famiglia a cui ha reagito diventando il punto di riferimento per la propria sorella. Racconta anche il composto dolore di Gloria, la madre, che si vede sottrarre le figlie perché ha scelto di andarsene con l’uomo che ama e lo smarrimento di Seba, il padre che non trae piacere dalla vendetta che ha messo in atto dopo l'abbandono da parte della moglie. Ma la vita riserva sorprese a chi ha il coraggio di uscire dalla propria zona di sicurezza...
Lisa Ginzburg vive e lavora a Parigi. Ha studiato alla Normale di Pisa e si è specializzata in mistica francese del Seicento. È stata direttrice di cultura della Unione Latina. Tra le sue pubblicazioni: Desiderava la bufera (Feltrinelli, 2002), Colpi d’ala (Feltrinelli, 2006), Per amore (Marsilio, 2016), Buongiorno mezzanotte, torno a casa (Italosvevo Edizioni, 2018) e Pura invenzione. Dodici variazioni su Frankenstein di Mary Shelley (Marsilio, 2018).Io ho occhi marroni, di un nocciola che si screzia di verde se guardo la luce alla luce. Avrei voluto quelli di Nina, gli stessi occhi che erano di nostra madre, ammaliatori ma senza essere trasognati, occhi dall’espressione inflessibile invece, spietati anche, talvolta. Lo sguardo di Gloria e Nina: capace di fissarti sino a che non abbia registrato ogni dettaglio e deciso cosa fare, come agire. Ho sempre pensato di essere più miope, di saper penetrare le cose meno di loro. Fortezza e cassaforte. Farmi scudo con il mio carapace, lo stesso della tartaruga che lentissima continuava ogni giorno a perlustrare ampie porzioni del nostro terrazzo.