Addio a Mario  Vargas Llosa

La letteratura è un'arma da combattimento

A 89 anni è morto Mario Vargas Llosa, scrittore e drammaturgo peruviano, naturalizzato spagnolo, premio Nobel nel 2010.

Ospite d'onore del festival letterario internazionale Taobuk, diretto da Antonella Ferrara, nel 2020, Mario Vargas Llosa aveva affrontato il tema della libertà e dell'impegno civile degli scrittori in compagnia di Juan Cruz, giornalista e cofondatore del Pais, e di Franco Di Mare. Vargas Llosa era partito dalla descrizione della peste in Boccaccio che aveva ispirato il suo saggio Tempi duri, uscito italiano da Einaudi. Si era poi parlato poi del suo libro Guerra della fine del mondo che raccontava la resistenza di una piccola comunità brasiliana contro il potere centrale. Mario Vargas Llosa:

sono convinto che la letteratura sia uno strumento meraviglioso per denunciare coloro che sono causa di pregiudizi e ci danneggiano. Basta vedere cosa succede in letteratura sotto le dittature: quando sparisce la democrazia la letteratura si trasforma in un'arma da combattimento. 




Mario  Vargas Llosa nasce ad Arequipa, in Perù, il 28 marzo 1936 in una facoltosa famiglia borghese. Compie studi universitari umanistici in diritto e letteratura, e comincia l'attività letteraria nel 1957 mentre lavora come giornalista. Raggiunge la notorietà con i romanzi realistici La città e i cani (1963; trad. it. 1967) e La casa verde (1966; trad. it. 1970), mentre i suoi romanzi successivi sono caratterizzati da registri narrativi meno crudi e da varietà di temi (Pantaleón e le visitatrici, 1973, trad. it. 1975; La zia Julia e lo scribacchino, 1977, trad. it. 1979; Il paradiso è altrove, 2003, trad. it. 2003). Nel 2010 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura “per la sua cartografia delle strutture del potere e per le acute immagini della resistenza, rivolta e sconfitta dell’individuo”.