Claudio Magris: il sì alla vita di Umberto Saba

Dalla trasmissione Settimo giorno del 1976

In questo prezioso filmato rarità, tratto da Saba e il mondo meraviglioso di Sergio Miniussi, puntata della trasmissione Settimo giorno del 1976 a cura di Francesca Sanvitale, Claudio Magris dialoga in studio con Enzo Siciliano sullo stile del grande poeta triestino Umberto Saba, in particolare sul delicato concetto di "chiarezza" nel senso peculiare in cui la intende Saba, così come definita da Nietzsche e cioè una "profondità ridiventata chiara".

Forse non c'è stato in tutto il nostro Novecento un poeta che abbia saputo con tanta inquietante carica amorosa rappresentare questa vita nuda, colta nella dolcezza quotidiana, nella tenerezza, nella pietà ma anche nella sua terribilità - Claudio Magris


Claudio Magris nasce a Trieste il 10 parile 1939. Insegna letteratura tedesca prima presso l'Università di Torino, poi presso quella di Trieste. Impostosi giovanissimo all'attenzione della critica con Il mito Absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963, elaborazione della tesi di laurea), è stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all'interno della letteratura mitteleuropea con Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale(1971). Con Danubio (1986)  vince il Premio Bagutta nel 1986. Nel 1997 vince il Premio Strega con il romanzo Microcosmi. Scrive per il Corriere della Sera. Torna alla saggistica con Utopia e disincanto (1999), raccolta di brevi saggi e articoli giornalistici scritti tra il 1974 e il 1998; L’infinito viaggiare (2005), sorta di diario, tra racconto e riflessione, che riprende il tema del viaggio; La storia non è finita (2006), scritti su etica, politica, laicità, dialogo e tolleranza. Tra le opere narrative anche Alla cieca (2005). Per il  teatro scrive Stadelmann (1988), La mostra (2001) e il monologo Lei dunque capirà (2006). Da ricordare anche il saggio, scritto in collaborazione con Angelo Ara, Trieste. Una identità di frontiera (1982), affettuoso ritratto della propria città natale. Del 2007 Un altro mare (Garzanti); del 2008 La storia non è finita. Etica, politica, laicità (Garzanti), Alfabeti. Saggi di letteratura (Garzanti); del 2009 il saggio Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna (Einaudi). Nel 2010 ha pubblicato con Stefano Levi della Torre Democrazia, legge e coscienza (Codice edizioni). Nel 2011 esce per Garzanti Livelli di guardia. note civili (2006-2011); nel 2015 pubblica La letteratura è la mia vendetta insieme con Mario Vargas Llosa per Mondadori e Non luogo a procedere per Garzanti che lo fa eleggere autore dell'anno 2015 per La lettura.

Umberto Saba è lo pseudonimo di Umberto Poli (Trieste 1883 - Gorizia 1957); di famiglia ebraica dal lato materno, viene avviato agli studî commerciali, e per molto tempo è direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. I suoi primi versi risalgono al 1900 ma il primo libro, Poesie, è del 1911; seguono: Coi miei occhi (1912), Cose leggere e vaganti (1920), Il Canzoniere (1921; ed. crit. a cura di G. Castellani, 1981), Preludio e canzonette (1922), Figure e canti (1926), Preludio e fughe (1928), Tre composizioni (1933), Parole (1934), Ultime cose (1944), poi tutti raccolti nell'ediz. definitiva del Canzoniere (1945); e quindi Mediterranee (1947), Uccelli - Quasi un racconto (1951). Scrive anche alcune prose fra narrative e liriche: Scorciatoie e raccontini (1946), Ricordi-racconti (1956) e Storia e cronistoria del Canzoniere (1948), contributo alla critica di sé stesso; postumo (1975; nuova ed. 1995) viene pubblicato un romanzo incompiuto, Ernesto, scritto nel 1953. La sua poesia, autobiografica proprio nel senso di intimo diario e confessione, è di un tono medio, fra il cantato e il parlato, fra l'aulico e il popolaresco, fra l'alta lirica (dai vaghi echi leopardiani) e la canzonetta. Del suo epistolario, oltre al carteggio con Quarantotti Gambini (Il vecchio e il giovane, 1965) e a singoli gruppi di lettere pubblicati sparsamente, si può leggere l'edizione a cura di A. Marcovecchio, La spada d'amore. Lettere scelte 1902-1957 (1983).