L'erba canta di Doris Lessing

Con Benedetta Bini

Il primo libro di Doris Lessing, L’erba canta, esce a Londra nel 1950. Lessing ha trent’anni e ha  lasciato la Rodesia in cui è cresciuta dopo essere nata in Persia nel 1919. Il padre ha perso una gamba in guerra e negli anni venti si è traferito in cerca di fortuna con la famiglia in Africa. Teatro del dramma che si svolge nel romanzo è una fattoria isolata, simile a quella in cui Lessing ha trascorso i suoi primi anni di vita. Sentendosi criticare per il suo status di single, la protagonista, Mary sposa Dick Turner, un agricoltore conosciuto al cinema e si ritrova, lei che era abituata a vivere in città e a lavorare come segretaria, lontana da tutti in un paesaggio arido che detesta. Finirà per prendersela con la servitù nera e in particolare con Moses, il giovane che l’aiuta in casa. Lessing parte dall’articolo di giornale che annuncia la morte di Mary per mano di Moses e poi ricostruisce l’infanzia infelice della donna, in balia di una madre isterica e di un padre alcolizzato, gli anni sereni del lavoro e la scelta avventata di sposare Dick, con cui presto scopre di non avere nulla in comune. I temi della condizione della donna e quelli del razzismo anticipano molti altri romanzi di Lessing che nel 2007 vince il premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "cantrice dell'esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa".

L'erba canta è il primo romanzo di Doris Lessing, pubblicato a Londra nel 1950. È un romanzo magnifico e terribile che niente ha perso del suo vigore e della sua importanza anche settanta anni dopo la sua pubblicazione proprio perché pone al centro di questa storia tremenda due dei temi che nel corso degli ultimi anni sono stati analizzati da prospettive diverse: il tema dell'isolamento della donna e il tema del rapporto con la comunità indigena in una situazione coloniale o postcoloniale.


Benedetta Bini già professore ordinario di Letteratura inglese all’ Università della Tuscia. Si è occupata di narrativa e cultura inglese e americana con saggi su John Ruskin, Henry James, Walter Pater, Nathaniel Hawthorne,  Elizabeth Gaskell, Thomas Hardy, Vernon Lee, Edith Wharton, George Gissing, Oscar Wilde,  Arthur Symons, Arthur Machen, William Wetmore Story, Joseph Conrad e altri. Ha scritto sul ritratto immaginario nella letteratura fin de siècle (L’incanto della distanza, 1992), sulla cultura del decadentismo (Trasformazioni, 2010), su alcune scrittrici del primo Novecento: Virginia Woolf, F.M. Mayor, Ivy Compton-Burnett, Elizabeth Bowen, Mary Cholmondeley, Rose Macaulay, sulla narrativa inglese degli anni ’50 (Colin MacInnes, L.P. Hartley) e sul  noir del secondo dopoguerra (Derek Raymond). Ha curato e tradotto opere di Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Gray, Feltrinelli 1991; Il ritratto di Mr W.H, Marsilio 2013), Henry James (La figura nel tappeto, Sellerio 2002), Rebecca West (Il ritorno del soldato, Neri Pozza 2016), Joseph Conrad (Il ritorno, Marsilio 2016, Il duello, Bompiani 2018). Ha organizzato i convegni Le forme del testo e l’immaginario della metropoli (2007), e Vincitori e Vinti. Continuità, trasformazioni, nuove identità nella scena culturale britannica e tedesca degli anni ‘50 (2011). Ha inoltre curato il volume Figure di passaggio. Temi, generi e linguaggi della fin de siècle inglese (Viterbo 2018). È socio onorario della Italian Oscar Wilde Society e fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Primoli.

Si ringrazia la Fondazione Primoli di Roma per aver ospitato le riprese della puntata.