Mino Petazzini, La poesia degli animali

Un'antologia di testi su cane, cavallo, gatto e altri animali domestici

Dopo essersi dedicato a La poesia degli alberi, Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante, uscito da Luca Sossella editore nel 2020, Mino Petazzini ha ideato un’altra raccolta, dal titolo La poesia degli animali, Un’antologia di testi su cane, cavallo, gatto e altri animali domestici (Luca Sossella editore 2021). Dall’anatra al toro, passando per il gallo, il maiale e la tartaruga, Petazzini presenta oltre mille pagine letterarie dedicate agli animali e spazia tra trecento autori, da Omero a Salinger, dai giapponesi ai russi, dagli irlandesi ai greci. Seguiranno un volume sugli animali selvatici e un terzo tutto dedicato agli uccelli. Un'antologia che non rispecchia solo il nostro atteggiamento nei confronti degli animali che ci sono più vicini, ma che rispecchia anche quello che siamo, le nostre più intime contraddizioni e un'occasione per scoprire splendidi testi e autori poco conosciuti. 

Voglio considerare il mio gatto Jeoffry.
È servo del Dio vivente e lo serve ogni giorno com’è suo dovere.
Al primo sguardo alla gloria di Dio nell’Oriente lo prega a suo modo.
E lo fa girando intorno sette volte con elegante sveltezza
Poi fa un balzo per ricevere l’odore muschiato, che è la benedizione di Dio sulla sua preghiera.                         
E si rotola scherzosamente per farlo penetrare.
Avendo fatto il suo dovere e ricevuto la benedizione prende a considerare se stesso.
E lo fa in dieci punti.
Primo si guarda le zampe davanti per vedere se sono pulite. 
Secondo scalcia all’indietro per farsi posto.
Terzo si allunga stendendo le zampe davanti.
Quarto si affila gli unghielli sul legno.
Quinto si lava.
Sesto si voltola dopo le abluzioni.
Settimo si spulcia per non essere disturbato nel lavoro.
Ottavo si stropiccia contro un palo,
Nono guarda insù per avere istruzioni.
Decimo va in cerca di cibo.
Avendo considerato Dio e se stesso considera il prossimo.
Se incontra un altro gatto cortesemente lo bacia.
Quando acchiappa la preda vi scherza per darle una possibilità di salvezza.
Grazie ai suoi giochi un topo su sette si salva.
Compiuto il lavoro del giorno comincia la sua occupazione più appropriata.
Perché di notte egli osserva la veglia del Signore contro l’Avversario.
Si oppone alla potenza delle tenebre col suo pelo elettrico e gli occhi scintillanti.
Si oppone al diavolo, che è morte, animando la vita.
Nelle preghiere del mattino ama il sole ed il sole lo ama.
Appartiene alla tribù della Tigre.
Il cherubino gatto è una varietà dell’angelo tigre.
Ha l’astuzia e il sibilo del serpente ma per bontà lo reprime. 
da Frammento B 2, Jubilate Agno di Christopher Smart


Mino Petazzini è nato a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, nel 1953. È laureato in filosofia. Dalla fine degli anni '70 agli anni '80 ha fatto parte del gruppo di poeti raccolti intorno a Roberto Roversi, partecipando a letture pubbliche e altre iniziative. I suoi testi sono apparsi in antologie, riviste e fogli del periodo. La sua prima raccolta Radio dei giorni di pioggia, è apparsa nel 1985 (Cooperativa Dispacci); nel 1995 ha pubblicato La chiave della canzone (Quaderni del Masaorita). Ha scritto occasionalmente anche di rock e musica popolare. Vive a Bologna, dove è direttore della Fondazione Villa Ghigi (un centro che lavora in campo educativo e ambientale). Negli ultimi anni, con Bohumil, sono usciti Radio dei giorni di pioggia (2007), in versione riveduta e ampliata, WB (2010), La seconda solitudine (2011), Salvatico (2013) e il testo in prosa Il grasso pazzo e io (2016).