Salvatore Marano: poesia e performance negli USA

Incontri con la letteratura americana II

Salvatore Marano, docente di Letteratura Anglo-Americana all'Università degli studi di Catania, con Sara Ammenti ci accompagna in un percorso che attraversa il testo poetico, alla scoperta di poesia e performance negli Stati Uniti fra il XX e il XXI secolo. Attraverso quattro autori - E. E. Cummings, Gertrude Stein, Amiri Baraka, Joy Harjo – vengono evidenziate quattro tipologie di poesia performativa.

Quando si parla di poesia performativa è come se si parlasse della reinvenzione della ruota. Noi associamo la parola letteratura alla stampa, ma sappiamo che la poesia nasce al crocevia tra la parola e la canzone. La poesia nasce come recitazione in pubblico con accompagnamento musicale.

Salvatore Marano è professore associato di letteratura angloamericana. Insegna Letteratura angloamericana e Studi culturali all'Università di Catania. Autore di una monografia su Gertrude Stein (La rosa senza perché, 1991) e di una raccolta di saggi dedicati al gioco nella letteratura americana inteso come tema e come strategia testuale (American Games, 2001), si è occupato a lungo di autrici e autori modernisti (Hart Crane, William Faulkner) e postmodernisti (John Barth, Walter Abish, Harry Mathews, William Burroughs), privilegiando l'opera degli espatriati in Francia fra le due guerre (Gertrude Stein, Alice Toklas, Mina Loy, Djuna Barnes, E. E. Cummings), in saggi usciti fra gli altri su Letterature
d'America e RSA Journal. La sua ricerca ha sistematicamente esplorato le complesse relazioni fra letteratura e spazio, inteso tanto come spazio geografico (quello dell'espatrio, per l'appunto, ossia quello delle scritture transcontinentali) quanto come spazio virtuale (dal libro alla letteratura digitale). Ha scritto dunque sulle rappresentazioni letterarie della città (nel volume interdisciplinare Lo spazio obliquo, 2015, dedicato all'opera di Georges Perec e frutto di una collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Territorio dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria) e dall'altro sulla poesia concreta e verbovisiva (in particolare, quella dei canadesi Barry Philip Nichol e Steve McCaffery). Il suo interesse per il testo poetico, che è iniziato alla fine degli anni Ottanta con uno studio della poesia di Wallace Stevens, attualmente lo vede impegnato nella stesura di un volume che ragiona su poesia e spazio editoriale attraverso la mediazione tecnologica della tastiera (Qwerty Lit. The American Poet at the Typewriter, in uscita nella primavera del 2022). Dal 2015 la sua ricerca si è
estesa ai territori dello spazio agìto che sono di competenza degli studi sulla performance. Sono frutto di questo suo più recente interesse i due volumi dal titolo Performance. Dal testo al gesto, (vol 1, 2018, vol 2, 2021), e un contributo al volume collettaneo di prossima pubblicazione, intitolato Performing/Transforming, su Marina Abramovic, Laurie Anderson e sul poetaarchitetto-performer italoamericano Vito Acconci.