Bernardo Zannoni, I miei stupidi intenti
Premio Campiello 2022 e Premio Severino Cesari Opera Prima
Bernardo Zannoni, con il romanzo I miei stupidi intenti (Sellerio), ha vinto la 60^ edizione del Premio Campiello, concorso di narrativa italiana contemporanea organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto. Il libro vincitore, annunciato il 3 settembre dal palco del Gran Teatro La Fenice, ha ottenuto 101 voti sui 275 inviati dalla Giuria dei Trecento Lettori Anonimi. I miei stupidi intenti ha vinto anche la quinta edizione del Premio Letterario Nazionale Opera Prima “Severino Cesari” scelto da una giuria composta da Daria Bignardi, Giancarlo De Cataldo, Giovanni Dozzini, Luca Gatti, Antonella Lattanzi, Gabriella Mecucci, Francesca Montesperelli, Giacomo Papi, Michele Rossi e Simona Vinci (Presidente).
Un romanzo ambientato all’interno di un bosco, con protagonisti animali e con accadimenti crudeli che ricalcano dinamiche umane: l’eliminazione dei più deboli, la gelosia, l’asservimento, lo sfruttamento, l’inganno. I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni, uscito da Sellerio, è la storia di Archy, una faina. Quando si azzoppa cadendo da un albero, la madre lo vende a Solomon, la volpe usuraia, per una gallina e mezzo, ma Archy si guadagna la fiducia del suo padrone e da servo diventa apprendista. Il segreto di Solomon è che sa leggere e scrivere e la sua paura più grande è quella di morire: spiega tutto quello che sa ad Archy, donandogli una terribile consapevolezza. Alla morte di Solomon, Archy prova ad andare avanti per amore di una giovane e bella faina; mette su una famiglia con lei; poi tutto finisce male perché arrivano l’inverno e la fame. Il bosco di Zannoni assomiglia molto alla vita con i suoi orrori, rischiarati ogni tanto da una luce che ci illude che tutto possa andare per il meglio.
Bernardo Zannoni (1995) è nato e vive a Sarzana. I miei stupidi intenti (Sellerio 2021) è il suo primo romanzo.
Un romanzo ambientato all’interno di un bosco, con protagonisti animali e con accadimenti crudeli che ricalcano dinamiche umane: l’eliminazione dei più deboli, la gelosia, l’asservimento, lo sfruttamento, l’inganno. I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni, uscito da Sellerio, è la storia di Archy, una faina. Quando si azzoppa cadendo da un albero, la madre lo vende a Solomon, la volpe usuraia, per una gallina e mezzo, ma Archy si guadagna la fiducia del suo padrone e da servo diventa apprendista. Il segreto di Solomon è che sa leggere e scrivere e la sua paura più grande è quella di morire: spiega tutto quello che sa ad Archy, donandogli una terribile consapevolezza. Alla morte di Solomon, Archy prova ad andare avanti per amore di una giovane e bella faina; mette su una famiglia con lei; poi tutto finisce male perché arrivano l’inverno e la fame. Il bosco di Zannoni assomiglia molto alla vita con i suoi orrori, rischiarati ogni tanto da una luce che ci illude che tutto possa andare per il meglio.
Certe volte la verità su tutto mi fermava da qualsiasi cosa stessi facendo. se ero in mezzo alla neve guardavo le mie impronte raggiungermi, e stavo in silenzio. Il bosco imbiancato sembrava immerso in un sonno profondo, così come parte dei suoi abitanti. Lì mi raggiungeva un profondo senso di leggerezza: intuivo quanto fossero insignificanti gli alberi, e l’erba, e il cielo e la terra. Non potevo che essere quello che ero, perché Dio ci voleva così. La mia pausa, alla fine era più simile alla corrente di un fiume che a una ribellione. La mia coscienza non cambiava nulla, me lo sentivo.
Bernardo Zannoni (1995) è nato e vive a Sarzana. I miei stupidi intenti (Sellerio 2021) è il suo primo romanzo.