Lidia Yuknavitch, La cronologia dell'acqua

Salvarsi con la scrittura

Costruito come un fiume che scorre impetuoso e in cui confluiscono vari affluenti, La cronologia dell’acqua di Lidia Yuknavitch, tradotto da Alessandra Castellazzi per Nottetempo, è un memoir pieno di dolore ma anche di desiderio di rigenerazione. Lidia cresce con un padre architetto rabbioso, violento e abusante, e una madre agente immobiliare profondamente depressa che tenta ripetutamente il suicidio; la sorella, maggiore di otto anni, appena maggiorenne va via di casa. Da bambina il rifugio di Lidia è l’acqua, nuota benissimo, comincia una carriera d’atleta. Il padre decide di trasferire la famiglia in Florida e, al posto dell’allenatore che amava, Lidia ne trova uno che la guarda a malapena. A liberarla dal giogo familiare è una borsa di studio in Texas: Lidia se ne va con l’aiuto della madre, ma è troppo tardi, è già una persa nel suo pozzo di infelicità. Si fa buttare fuori dal college, beve, si droga, fa sesso, ha tre aborti prima dei ventun anni, perde la bambina avuta dal primo marito poco prima del termine della gravidanza. Ma poi c’è la scoperta della scrittura: già da ragazza aveva vinto un premio con un racconto su una bambina abusata; segue il corso di scrittura creativa di Ken Kesey (l’autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo) e viene incoraggiata da lui. Torna a studiare e alla San Diego University, dove insegna letteratura inglese, conosce Andy, più giovane di lei di dieci anni e con lui costruisce una famiglia, si riappropria di sé. Un libro sul corpo, sulle ferite che ci vengono inflitte e su quelle che ci infliggiamo per continuare a soffrire, sull’arte e sul suo potere di liberarci e di avvicinarci agli altri.

Sono in una stanza blu mezzanotte. Una stanza dove scrivere. Con una scrivania rosso sangue. Una stanza con riti e santuari. Me la sono fatta da sola. Ci sono voluti anni. Mi allungo sotto la scrivania e afferro una bottiglia di scotch. Balvenie. Trent’anni. Mi verso un bicchierino ambrato. Bevo. Labbra calde, gola. Chiudo gli occhi. Non sono Virginia Woolf. Ma c’è una sua frase che mi fa stare bene: “Serviti di qualunque pezzo ti capiti sottomano”.Non sono sola. Qualunque altra cosa ci sia o non ci sia, la scrittura è con me.


Lidia Yuknavitch ha insegnato Scrittura creativa, Letteratura e Studi femminili alla Eastern Oregon University. In italiano sono stati pubblicati i suoi due romanzi Dora (Indiana, 2011) e Il libro di Joan (Einaudi, 2019).  La cronologia dell’acqua è uscito negli Stati Uniti nel 2011.